Page 105 - Peccato originale
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dal quale si è separata dopo averne scoperto i traffici.
Roberto Suárez Gómez era al vertice di un colosso della
droga, soprannominato dalle autorità statunitensi la
«General Motors of cocaine»: possedeva 250.000 ettari di
pascoli e coltivazioni di coca, era in grado di organizzare
un golpe in Sudamerica, gestendo centinaia di milioni di
narcodollari, laboratori capaci di raffinare anche una
tonnellata e mezzo di cocaina al giorno nei momenti d’oro,
flotte di aerei e navi per portare lo stupefacente negli Usa.
Il potere di Suárez Gómez si basava su tre pilastri.
Innanzitutto una spietata polizia segreta comandata dal
fascista Stefano Delle Chiaie e dal nazista Klaus Barbie, il
boia di Lione che, fuggito in Sudamerica dopo il Reich, si
faceva chiamare Klaus Altmann. Secondo pilastro: la
capacità di condizionare fortemente il potere politico,
come quando nel 1980 finanzia il golpe del generale Luis
García Meza Tejaola in Bolivia. Infine le alleanze, per
fornire la pasta di cocaina e per riciclare la montagna di
narcodollari che guadagnava. Per la coca era legato da un
patto d’acciaio con Pablo Escobar, capo del cartello di
Medellín, mentre per il riciclaggio ciò che emerge dal
racconto di Ayda Suárez Levy mi gela il sangue:
In Venezuela nel 1980 mio marito mi presentò Roberto Calvi, il
presidente di una banca, e mi disse che lui poteva fare da garante per
noi in futuro. Mio marito Roberto era contento e felice di aver
incontrato in Venezuela Calvi, perché disponendo di un garante di
questo livello gli affari sarebbero andati molto meglio… con la cocaina
immagino, non fu esplicito ma immagino fosse così… Calvi era socio
di mio marito… Una volta mio marito era stato con mio figlio a Saint
Moritz dove Gunter Sachs [il marito di Brigitte Bardot morto suicida
nel 2011, nda] gli disse che in quel periodo Calvi era molto
spaventato, e chiedeva di incontrarlo per parlargli. Sachs disse che
Calvi aveva grossi problemi con Pablo Escobar perché quest’ultimo
voleva che gli tornassero indietro i soldi che aveva depositato in una
banca a Nassau. Seppi che s’incontrarono in Toscana: mio marito
Roberto disse a Calvi che la soluzione era quella di restituire i milioni
di dollari dei colombiani depositati presso la Cisalpine Overseas di
Nassau, relativi al debito contratto con Escobar, che in questo modo si
sarebbe tranquillizzato. Certo, se Calvi ha chiesto aiuto a mio marito
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