Page 97 - Peccato originale
P. 97
depositi che consentivano movimenti al riparo da occhi
indiscreti. A iniziare dal braccio destro del banchiere
siciliano, Pietro Macchiarella, con un passato da direttore
generale della Banca dell’Agricoltura, scelto da Sindona
come vicepresidente del consiglio di amministrazione
della Banca Privata Italiana. Il primo giugno 1974, alla
vigilia del crac, dal conto alfanumerico DI 90537 presso lo
Ior vengono trasferiti 40 milioni di vecchie lire sul
deposito di Macchiarella, numero 051 3 01560, convertiti
in dollari, per un valore di quasi 257.000 euro di oggi.
Macchiarella era forse uno degli uomini di Sindona che
meglio conosceva il Vaticano. Lo testimonierà lui stesso
anni dopo, davanti alla Commissione parlamentare
d’inchiesta sul dissesto finanziario, svelando che fu
proprio il banchiere siciliano ad aiutare la Democrazia
cristiana, primo partito dell’epoca, con un bonifico di ben
200 milioni, attraverso Andreotti e un conto presso la
banca del papa. In effetti, Andreotti aveva potere di firma,
con De Bonis, sul conto intestato all’inesistente
fondazione Spellman. Sarà poi il pubblico ministero
dell’inchiesta sulla bancarotta, Guido Viola, a tratteggiare
bene questo contesto di alleanze e connivenze:
È indubbio che intorno a Sindona fu tessuta una ragnatela di
protezioni che, a dispetto del già difficile lavoro portato avanti dagli
inquirenti, ha tentato per anni di aprire un ombrello di salvataggio
per il bancarottiere. Sindona, come tanti altri uomini della finanza
italiana, aveva invischiato nella sua rete innumerevoli uomini politici
con laute elargizioni, sperando in un investimento futuro. 13
La mossa di usare lo Ior come scudo per i loro movimenti,
anche per gli affari personali, si rivelerà strategica per gli
uomini di Sindona quando le inchieste giudiziarie e quelle
degli organi di vigilanza indeboliranno il sistema di potere
costruito dal banchiere, cercando di fare emergere il
labirinto di criminalità finanziaria che era stato creato con
le protezioni di Gelli e di Andreotti. All’istituto di credito
100