Page 96 - Peccato originale
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1992 sceglierà Giovanni Paolo II nell’omelia pronunciata
                al rito funebre in suffragio del cardinale:


                     In ogni suo impegno il cardinale Guerri fu e volle essere soprattutto
                     un sacerdote a totale servizio di Dio e della Chiesa. Ebbe profonda e
                     convinta pietà eucaristica, congiunta a prudenza, saggezza e indubbie
                     capacità professionali. Sempre fedele e obbediente ai superiori, lavorò
                     con piena dedizione, senza risparmio di tempo e di fatica. Persona di
                     poche  parole,  ma  schiette  ed  efficaci,  raggiunta  nel  1980  l’età  del
                     meritato riposo lasciò i suoi incarichi, iniziando così il terzo e ultimo
                     periodo della sua vita, nel silenzio.


                C’è  anche  monsignor  Marcello  Magliocchetti,  già
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                cameriere segreto soprannumerario di Pio XII,   uno dei
                maggiori  giuristi  nei  sacri  palazzi.  Magliocchetti  può
                vantare legami molto profondi nella capitale. Nel 1960 è

                stato lui a celebrare le nozze tra Renato e Maria Angiolillo
                – che diverrà poi famosa per il suo salotto – nella cappella

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                del Vicariato a San Giovanni in Laterano.   Come tutti i
                curiali  di  prestigio,  anche  monsignor  Magliocchetti

                disponeva  di  un  conto  in  lire  e  di  un  altro  in  dollari,                     12
                operando spesso su operazioni valutarie. Nell’autunno del
                1976 le carte dello Ior documentano un acquisto di dollari

                per  113.000  euro  di  oggi:  un’operazione  piuttosto
                importante per un monsignore dedito al diritto e alla cura

                delle anime.
                    Altri  aspetti  inquietanti  emergono  analizzando  il

                portafoglio clienti di quegli anni. Michele Sindona non era
                solo  socio  e  consulente  dello  Ior.  La  squadra  dello

                spregiudicato  finanziere  siciliano,  uomo  di  fiducia  di
                mafiosi  del  calibro  dei  Bontate,  dei  Genovese,  insomma
                del  gotha  criminale  italoamericano,  era  entrata  nella

                banca vaticana a piene mani e la usava per ogni necessità:
                dai grandi affari internazionali alle operazioni finanziarie

                personali. Sindona doveva aver dato disposizione ai suoi
                uomini di aprire lì i loro conti, chiedendo a Marcinkus e a

                Mennini rendimenti sempre migliori. Loro evidentemente
                avevano accolto di buon grado la domanda, sottoscrivendo



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