Page 48 - Peccato originale
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Una telefonata molto imbarazzante
Sant’Apollinare, giorno dopo giorno, da luogo di preghiera
e musica sacra si trasforma in una basilica degli orrori. Il
passato che emerge dalle indagini fa assomigliare l’edificio
di culto a uno di quei pozzi neri dai quali può uscire di
tutto. Al di là della scomparsa di Emanuela, tra le navate
della basilica s’intreccia un groviglio di perversioni e
scandali che ora vengono finalmente alla luce.
Il primo fronte che si apre davanti agli occhi finalmente
scrupolosi e attenti degli inquirenti è quello dei
seminaristi. A Sant’Apollinare don Vergari infatti dedica
tempo e attenzione soprattutto a quei giovani, spesso
poveri e provenienti da paesi in via di sviluppo, che sono
stati allontanati da chiese, istituti e conventi per
«disordine morale», perché ritenuti «non idonei», dunque
da recuperare. Sono persone fragili, qualcuno è in crisi
vocazionale. Il rettore, negli anni di Emanuela Orlandi, li
ospita in qualche stanza disadorna del complesso.
Assicura loro pasti gratis al Popi Popi, la pizzeria del
fratello di De Pedis a Trastevere. E Renatino, nel
frattempo, fa arrivare in chiesa pasta, carne e vino, anche
per quaranta persone. La vedova De Pedis, sentita come
testimone nell’inverno del 2009, nei suoi interrogatori
davanti a Capaldo ricorda sei, sette seminaristi ospiti a
Sant’Apollinare, accolti in stanzette dove dormivano su
letti a castello, al primo piano. Sentito in procura, sempre
come testimone, don Vergari ha negato di aver mai
ospitato seminaristi. Ma perché negare un fatto ormai
accertato? L’ex rettore della basilica aveva un ascendente
molto forte su quei ragazzi «confusi», che cercavano un
punto di riferimento. Gli inquirenti sono arrivati
addirittura a ipotizzare che il sacerdote instaurasse anche
relazioni sessuali con alcuni di loro. Un dubbio alimentato
da diversi episodi, tra cui il fatto che le suore della scuola
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