Page 31 - Peccato originale
P. 31
rettore don Pedro Huidobro, che avevo incontrato
personalmente nei locali della basilica nell’inverno del
2012 – tranne la piccola stanza nella quale era seppellito
Enrico De Pedis». 10 Il sospetto degli inquirenti è che
quella ristrutturazione abbia potuto favorire la scomparsa
di tracce di un passato inconfessabile. 11
Salta la trattativa
Il 19 marzo 2012, alle ore 11, s’insedia a Roma, in arrivo
dalla Calabria, il nuovo capo della procura di Roma,
Giuseppe Pignatone, con alle spalle una lunga esperienza
di inchieste sulla mafia. I primi giorni passano veloci, tra
la conoscenza dei tanti colleghi, i saluti alle autorità civili e
la presa di possesso dell’ufficio. Pignatone non s’interessa
particolarmente al caso Orlandi, sa che il fascicolo è
affidato all’aggiunto Capaldo e al sostituto Maisto,
magistrati di solide esperienze. Appena quindici giorni
dopo, però, la situazione cambia bruscamente. È il 2 aprile
quando dal tribunale filtrano ai media alcune notizie che
suonano come dei messaggi rivolti ai sacri palazzi, notizie
che sono rilanciate dalle agenzie di stampa con gli
asterischi riservati alle informazioni ritenute più rilevanti.
Il primo passaggio sembra tranquillizzante. L’Ansa sceglie
toni inequivocabili: «Orlandi. Pm Roma: non apriremo
tomba De Pedis. Non sarebbe intenzione degli inquirenti
che indagano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi aprire
la tomba dove è seppellito Enrico De Pedis».
Il secondo passaggio, invece, desta clamore: «La verità
sulla scomparsa dell’Orlandi sarebbe a conoscenza di
personalità del Vaticano. È quanto riferiscono gli
inquirenti della procura di Roma». Padre Federico
Lombardi, direttore della sala stampa della Santa sede, fa
arrivare subito i dispacci Ansa in segreteria di Stato.
34