Page 247 - Peccato originale
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dimissioni. Il 17 dicembre di quell’anno la commissione
consegnò a Benedetto XVI i due tomi del dossier
all’interno dei quali era ricostruita l’impietosa fotografia
della curia romana, tra scandali e veleni, affarismo,
gestione sconsiderata delle offerte e dei casi di pedofilia,
con denunce che arrivavano da ogni angolo del mondo,
accuse contro il segretario Bertone, cordate pro e contro
Ratzinger, e l’amara scoperta dell’esistenza di una lobby
gay in Vaticano. Ma si trattava davvero di una scoperta?
In realtà la lobby gay in curia esiste da quasi metà
secolo e tutti ne sono sempre stati a conoscenza. Certo,
nessuno aveva mai avuto il coraggio di parlarne
ufficialmente, ma lo sapevano tutti, persino i più stretti
collaboratori di Giovanni Paolo II. Forse l’unico a non
esserne pienamente a conoscenza era proprio Benedetto
XVI; al contrario di Bertone, informato dell’esistenza di
tendenze omosessuali in curia, e del fatto che queste
potessero costituire un blocco di potere, come documenta
una lettera riservata, datata 8 maggio 2011, di monsignor
Carlo Maria Viganò, all’epoca segretario generale del
Governatorato. Nello scritto, pubblicato dal «Fatto
Quotidiano» il 27 gennaio 2012, Viganò, prima di essere
rimosso e trasferito negli Usa come nunzio apostolico,
aveva denunciato fatti di corruzione, parlando infine di
una cospirazione ai suoi danni. In uno dei passaggi della
lettera, Viganò puntava il dito contro uno dei fedelissimi
di Bertone, forse consapevole che ormai la sua fine fosse
vicina:
Per quanto riguarda il dottor Simeon, pur essendo per me più delicato
parlarne, atteso che dai media risulta essere persona particolarmente
vicina a vostra eminenza, non posso tuttavia esimermi dal
testimoniare che, da quanto personalmente sono venuto a conoscenza
in qualità di delegato per le rappresentanze pontificie, il dottor
Simeon risulta essere un calunniatore (nel caso a mia precisa
conoscenza, di un sacerdote) e che lui stesso è omosessuale. Tale sua
tendenza mi è stata confermata da prelati di curia e del servizio
diplomatico. Su questa grave affermazione che faccio nei confronti del
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