Page 243 - Peccato originale
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nulla osta all’indagine, pregando solo di svolgerla nella più
                totale riservatezza.

                    Le  voci  erano  tutte  focalizzate  su  monsignor  Luigi
                Capozzi, classe 1967, nato in costiera amalfitana a Maiori e

                arrivato  anni  prima  nei  sacri  palazzi.  Una  promozione,
                sembra,  sostenuta  anche  dal  cardinale  Giovanni  Battista
                Re, classe 1934, vicedecano del Collegio cardinalizio. Re è

                molto devoto a san Pantaleone, patrono di Ravello, dove
                spesso  si  reca  a  presiedere  le  solenni  celebrazioni  in

                occasione della festa della Traslazione, la cosiddetta «San
                Pantaleone di maggio». In una di queste occasioni avrebbe
                conosciuto  e  apprezzato  don  Luigi,  tanto  da  caldeggiarlo

                per un posto a Roma, alla Santa sede. In Vaticano non è
                passata  inosservata  la  fulgida  carriera  di  questo  pastore,

                ordinato sacerdote ad Amalfi il 19 dicembre 1992, passato
                dalle  anime  della  parrocchia  di  Agerola,  popoloso  rione

                della  cintura  metropolitana  di  Napoli,  ai  pescatori  di
                Cetara,  microscopico  e  incantevole  borgo  della  costiera

                amalfitana  a  due  passi  da  Vietri,  fino  ai  corridoi  della
                segreteria  di  Stato.  «Capozzi  ha  coltivato  per  decenni  il
                sogno di diventare monsignore – ricorda sorridendo don

                Patrizio  Coppola,  parroco  e  conoscente  del  sacerdote  –,
                eravamo in seminario insieme, indossava sempre la talare,

                e  spiccava  la  sua  voglia  di  crescere,  di  fare  carriera.  Nel
                cassetto già aveva pronti i calzini rossi da vescovo.»                         3

                    In  effetti  aveva  raggiunto  traguardi  ambiti:  era
                diventato  segretario  di  fiducia  del  cardinale  Francesco

                Coccopalmerio,  presidente  del  Pontificio  consiglio  per  i
                testi  legislativi,  dal  quale  era  tanto  benvoluto  da  essere
                proposto per la promozione a vescovo.

                    Nell’indagine  della  Gendarmeria  gli  investigatori
                faticarono non poco a distinguere i fatti concreti da quel

                pettegolezzo  del  quale  si  accennava  prima  a  proposito
                della  vicenda  del  San  Pio  X  e  che  animava  le  peggiori
                cattiverie  su  un  sacerdote  poco  amato  in  curia.  Anche




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