Page 219 - Peccato originale
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l’appartamento di Bertone, nel secondo le camerate del
preseminario con i bambini. La mia finestra dava sul
cortile e quindi vedevo l’appartamento di Bertone, la
cupola, la casa del cardinale Paolo Sardi, poi c’era
monsignor Giuseppe Sciacca.
Lei voleva diventare sacerdote?
Faccio una premessa: sono omosessuale e da ragazzino
cercavo di capire se la mia era una vocazione o altro. Poi
ho capito che dentro di me c’era lo stesso meccanismo
presente in molti altri omosessuali: cercano di nascondere
una parte di sé, quella gay, diventando preti, questo è il
motivo per cui ci sono tanti preti gay. È un meccanismo
che si ripete.
Essendo l’omosessualità ancora oggi non accettata da
tutti, non le verrebbe da essere più indulgente nei loro
confronti?
Insomma, mica tanto. Io non ce l’ho con questi preti
perché sono gay, il problema è un altro, ovvero che è tutta
una bugia: queste persone di giorno sono omofobe e di
notte te le ritrovi scatenate nelle discoteche gay.
Ancora oggi?
Come no? C’è un’enorme parte sommersa che è quella
della sessualità quotidiana e taciuta dei sacerdoti nella
loro vita normale. La dottrina della Chiesa impone il voto
di castità, mentre sull’omosessualità sostiene che si tratta
di un «atteggiamento», come se fosse una scelta. Invece
non è così, la situazione è talmente anacronistica che
ricorda quando c’era chi si ostinava a sostenere che la
Terra era al centro dell’universo.
E poi accadono vicende, come quella che racconta nelle
sue denunce, di atti sessuali su minorenni in
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