Page 221 - Peccato originale
P. 221
non era proprio di studio e preghiera: i corteggiamenti
omosessuali erano frequenti.
Nei suoi esposti lei scrive che non si trattava di libere
effusioni ma di una sorta di costrizione da parte di questo
pupillo dei monsignori, che grazie alla posizione
ricoperta poteva «esercitare una forma di potere e di
intimidazione nei più giovani seminaristi (che si
sentivano di fatto a lui subalterni). È questa la ragione
per cui Paolo si sentiva obbligato a cedere alle sue
richieste, le quali infatti sottendevano un sottile e
inespresso ricatto: in caso di resistenza alle richieste il
mio amico studente avrebbe potuto avere dei problemi
con i superiori o sarebbe stato “punito” con
l’assegnazione di un ruolo più marginale nello
svolgimento del servizio liturgico, soprattutto in
occasione delle celebrazioni pontificie»…
Confermo parola per parola.
Quanto s’intratteneva nella vostra stanza?
Una ventina di minuti, il tempo di un rapporto orale.
Alcune volte Paolo lo cacciava, non voleva. Rimanevo
colpito dall’assenza di dialogo, parole, emozioni.
Sembrava un’autentica sottomissione.
Magari, scusi, erano semplicemente amanti?
Fosse così sarebbe stato Paolo ad andare da Antonio, in
un’altra camera, anche perché lì io non ci sarei stato e
avrebbero avuto più intimità. Tra l’altro, a differenza della
nostra porta, la stanza prediletta da Antonio aveva anche
la chiave. Bastava chiudersi dentro per avere un po’ di
privacy. E poi solo io ricordo il dolore e il disagio che
Paolo esprimeva in quel periodo.
E nessuno controllava di notte?
224