Page 225 - Peccato originale
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andammo  a  sbirciare  nei  cassetti  della  direzione  e
                scoprimmo  che  ce  n’erano  nascoste  tantissime.  Chi  era

                stato?  I  sospetti  caddero  su  un  sacerdote  che  aveva  un
                carattere particolare. Proprio come i criceti che raccolgono

                tutto, lui non buttava mai via niente. Nel suo ufficio erano
                disposte pile infinite di copie dell’«Osservatore Romano».
                E  poi,  in  fondo  ai  cassetti,  trovammo  quelle  lettere  di

                Paolo.         Anche         gli      armadi          venivano           controllati
                quotidianamente.



                Da chi?
                    Quando noi andavamo a scuola, un monsignore andava

                a  guardare  negli  armadi.  Io  l’ho  anche  visto  con  i  miei
                occhi una volta che ero rimasto a palazzo San Carlo perché

                ero  influenzato.  Rientrando  in  camera  vidi  che  il
                monsignore  aveva  aperto  il  mio  armadio  e  stava
                rovistando. Di fronte al mio stupore cercò di minimizzare

                spiegandomi che controllava per vedere se i vestiti fossero
                in ordine. Peccato che a volte mi siano sparite delle cose

                che poi ho rivisto nel suo studio.


                Torniamo agli incontri notturni. Quando sono iniziati, la

                vittima che studi faceva?
                    Paolo era in quinta liceo e dopo la maturità ha lasciato

                il preseminario.


                E prima?

                    Prima succedevano altre cose strane. C’era, ad esempio,
                un ragazzo che si chiamava Alessandro [nome di fantasia,

                nda],  uno  di  quegli  omosessuali  che  dimostrano
                moltissimo  di  essere  tali.  Alle  spalle  aveva  una  storia
                particolare.  Essendo  stato  cacciato  da  diversi  seminari,

                cercava di diventare prete in ogni modo. Così era arrivato
                in preseminario e faceva l’assistente, anche se non era un

                incarico  ufficiale.  Ogni  tanto  con  Paolo  si  chiudeva  in




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