Page 229 - Peccato originale
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Antonio, ma il punto importante è un altro: lui poteva fare
                quello che ha fatto in mia presenza proprio per il potere

                che  esercitava  all’interno  del  preseminario.  Poteva
                aggirare tutto, aveva influenze, agganci e conoscenze.



                È un uomo aggressivo, arrogante?
                    Sì, è molto arrogante, io lo reputo proprio pericoloso. A
                Comastri chiesi perché non gli avevano fatto degli esami

                psicologici prima di farlo entrare, come si fa in tante altre
                strutture, e Comastri mi diede completamente ragione.



                Come la congedò quel venerdì?
                    Comastri era sempre molto gentile. Mi disse: «Adesso

                ti  do  la  mia  benedizione»,  forse  abbiamo  detto  anche
                un’Ave  Maria.  Insomma  Comastri  si  mostrava  sempre

                così distaccato dalle «umane cose»…


                Cioè di fronte alla gravità di queste cose l’ha invitata a

                pregare?
                    Sì.  Io  gli  chiesi  di  non  dire  il  mio  nome.  Sapevo

                benissimo  che  se  fosse  uscito  il  mio  nome  sarei  stato
                allontanato immediatamente.



                Non  ritiene  di  essere  stato  un  po’  impulsivo  o  forse
                ingenuo?

                    Sì,  sicuramente,  ma  questa  cosa  la  tenevo  dentro  da
                troppo  tempo,  mi  turbava  e  non  ce  la  facevo  più  a  non
                riferirla a qualche superiore.



                Perché  non  ha  chiesto  a  Paolo  di  farsi  avanti,  di
                denunciare lui le cose?

                    Negli anni successivi, certo, ho chiesto a Paolo di fare
                una dichiarazione, perché volevo fare una denuncia anche

                al  tribunale  in  Vaticano.  Ma  mi  ha  risposto  che  non
                avrebbe  fatto  dichiarazioni  volontarie  perché  non  voleva

                soffrire di nuovo ripensando a tutto quanto aveva patito.


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