Page 233 - Peccato originale
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anche per i preti in generale. Ci sono delle statistiche al
riguardo: più del 50 per cento sono omosessuali e io ci
credo perché li ho visti, ne ho conosciuti tantissimi, e in
Vaticano questa percentuale è ancora più alta, è molto
evidente.
Quali sono gli altri soprannomi che si ricorda?
Tra i soprannomi c’era «Jessica», un monsignore che
chiamavano «la Vipera» perché è un omosessuale molto
cattivo e vendicativo, cerimoniere pontificio; un cardinale
detto «la Grassa»…
La Grassa chi era?
La Grassa era X, quello enorme, quello ciccione, anche
lui è amico di Y.
Altri monsignori le sono rimasti impressi?
Sì, monsignor [Giuseppe, nda] Sciacca, ma per altri
motivi. Per noi chierichetti la sua messa era una cosa
allucinante, perché ci metteva un quarto d’ora, venti
minuti per vestirsi, per prepararsi alla messa, ma non è
che si preparava come gli altri preti, no, lui parlava con le
persone in sagrestia, le fermava, poi andava a messa, la
diceva tutta in latino – bisogna dire che lui il latino lo
sapeva perfettamente come l’italiano – e la diceva in sette
minuti non di più. Tutta la messa in latino con le letture,
in sette minuti.
Di Sciacca cosa sappiamo?
Di Sciacca ricordo quel famoso banchetto – perché
sotto Benedetto XVI c’erano questi banchetti molto
luculliani – quando andò via… Quando c’è stato il cambio
del Governatorato, quando è andato via il cardinal
[Giovanni, nda] Lajolo ed è subentrato il cardinal
[Giuseppe, nda] Bertello, ci sono stati due banchetti a
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