Page 235 - Peccato originale
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Di sicuro i segreti pontifici. Quando il segreto diventa
pontificio, vuol dire che tutto il Vaticano già lo sa. Quando
Sciacca doveva diventare vescovo, prima lo dissero a lui.
Era ancora segreto, ma in quel momento già lo sapevano
tutti. Noi chierichetti, prima delle nomine, ogni giorno
facevamo un gioco.
Quale?
A mezzogiorno usciva il bollettino, ma noi già la
mattina sapevamo chi diventava vescovo, nome per nome.
Già il giorno prima ci dicevano: «Sai che domani mattina
esce il bollettino e tizio diventa vescovo?». Noi le
sapevamo prima queste cose. A Sciacca gli hanno
addirittura spostato l’ordinazione perché lo aveva detto a
tutti: doveva essere ordinato un mese, invece è stato
ordinato tipo quattro mesi dopo perché lo aveva detto a
tutto il mondo.
Incontro di nuovo Jarzembowski nel giugno del 2017, sul
terrazzo di un albergo nel cuore di Roma, la cupola di San
Pietro sembra lì a pochi metri, come se si potesse toccare
allungando appena la mano. Come la cupola, in Vaticano,
all’apparenza tutto è vicino, semplice, risolvibile. Ma in
realtà ogni questione in quel piccolo Stato si fa
dannatamente complicata.
La lettera consegnata a papa Francesco riaccende la
speranza nello studente polacco e in altri seminaristi che
hanno patito soprusi e violenze. Tutti loro vogliono che si
faccia chiarezza. Nascondere, insabbiare significa avallare.
La storia della Chiesa è segnata da drammi di abusi su
minori e violenze, tanto che alcuni pontefici, Benedetto
XVI fra tutti, hanno scelto di intervenire per sradicare
questo fenomeno. Purtroppo l’opera è rimasta incompiuta
determinando effetti micidiali: l’impunità rafforza gli
autori delle violenze, che agli occhi di tutti vedono
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