Page 175 - Peccato originale
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scomparsa  di  Emanuela  Orlandi,  ad  esempio,  imbastita
                dopo  anni  di  silenzio,  salta  all’improvviso  nel  marzo  del

                2012, alla vigilia della sfiducia al presidente dello Ior.
                    Sempre           a     partire        dall’autunno            del      2011,       il

                maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, cerca un
                contatto  con  me.  Desidera  passarmi  fotocopie  di
                documenti  su  vicende  di  corruzione,  privilegi  e  soprusi.

                Gabriele  gode  della  totale  fiducia  di  Ratzinger  e  del  suo
                assistente  Gänswein.  È  addirittura  dal  2006  che  il

                maggiordomo  raccoglie  e  fotocopia  documenti  riservati,
                senza         che       nessuno           se      ne       accorga.          Almeno
                apparentemente. Negli incontri che ho avuto, mi racconta

                diverse  storie  inedite  di  scandali  taciuti.  Tutte  vicende
                sostenute            da        un’ampia            documentazione,                  che

                rappresenterà  poi  la  base  del  mio  saggio  Sua  Santità,
                uscito nel maggio del 2012.

                    La  prima  storia  di  cui  vengo  a  conoscenza  vede
                protagonista monsignor Carlo Maria Viganò, chiamato dal

                papa a fare ordine nelle spese e negli appalti. È lui, infatti,
                dal 16 luglio 2009, il segretario del Governatorato. Viganò
                incarna un profilo raro nel mondo della Chiesa, che merita

                un  approfondimento.  È  persona  d’intelligenza  vivissima,
                si muove come fosse un manager o un imprenditore. Non

                lascia  nulla  all’improvvisazione.  È  un  uomo  di  fede
                profonda,  dotato  di  un  carattere  deciso,  che  lo  porta  ad

                assumere  anche  posizioni  scomode  e  rischiose.  È
                intransigente,  ha  coraggio,  ottime  capacità  e  forza  di

                volontà.  Così  rompe  presto  gli  indugi  e  denuncia  al
                pontefice, nero su bianco, ammanchi, casi di corruzione,
                appalti gonfiati, fino al mezzo milione di euro speso ogni

                anno per l’albero di Natale in piazza San Pietro. Crede di
                fare la cosa giusta. Entra in contrasto con Bertone e con

                quella che lui stesso indica come una potente lobby gay,
                presente dentro le mura. Il monsignore non sa a cosa va
                incontro rompendo in profondità gli equilibri di potere in




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