Page 165 - Peccato originale
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presidente Nicora, e con Condemi soprattutto. Anche con
Cesare Testa, consigliere dell’Aif e già presidente
dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero. Con gli
altri due componenti, i rapporti erano difficili. Uno era il
giurista Dalla Torre, l’altro era un commercialista
consulente dell’Apsa, Claudio Bianchi. Loro frenavano,
erano stati messi dalla segreteria di Stato e frenavano su
tutte le iniziative che andavamo ad assumere. Tra l’altro
Dalla Torre espresse un parere pro veritate, su richiesta
della segreteria di Stato, sulle funzioni dell’Aif, sostenendo
che si poteva accedere agli atti e controllare solo le
operazioni dello Ior compiute a partire dal primo aprile
2011, da quando cioè sarebbe entrata in vigore la legge.
Ma tutti i rapporti pendenti riguardavano fatti precedenti.
Da qui si determinò uno scontro con gli avvocati
dell’istituto.
Chi erano gli avvocati dello Ior?
C’era Briamonte e poi c’era l’americano Jeffrey Lena,
consulente della segreteria di Stato, chiamato per
occuparsi di questa materia dal sottosegretario agli Esteri
Balestrero. A seguire gli affari interni c’era invece Wells,
con i sottosegretari Filoni e Mamberti. Entrambi si
occupavano di questa materia. È stato Balestrero a
chiamare Lena come consulente, lui non sapeva niente di
antiriciclaggio, mentre Briamonte era un consulente dello
Ior.
Ma non di Gotti Tedeschi.
Credo che il presidente fosse abbastanza emarginato:
non gli facevano vedere niente.
L’Aif a chi rispondeva?
Era autonoma, è stata costituita come autorità
autonoma. Necessariamente queste autorità
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