Page 161 - Peccato originale
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estranei alla curia, che porta le finanze vaticane sotto il
faro dei controlli esterni. Molti ritengono che il banchiere
sia espressione di Mario Draghi e di quel potere
finanziario che vuole entrare nella Santa sede. Tutti validi
motivi per defenestrarlo.
Quel processo informale in segreteria di Stato
La scelta del presidente dello Ior di presentarsi in procura
fa precipitare la curia in un crescente psicodramma. Molti
si scrutano con diffidenza. Cresce un clima di sospetti,
accuse reciproche, veleni e ricatti. La degenerazione
provoca anche situazioni che, raccontate oggi per la prima
volta, possono apparire persino irreali. Come la creazione
di una sorta di informale tribunale in Vaticano per
giudicare chi – a detta di alcuni – macchinava contro la
Santa sede. A denunciare questi fatti, in una lunga
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intervista esclusiva rilasciata a chi scrive, interviene, con
freddezza e senza sconti, un altro degli esperti scelti prima
per fare pulizia e poi fatto accomodare all’uscita, senza
tanti indugi. Si tratta di Francesco De Pasquale, figura di
rilievo in quello scacchiere perché, ricordiamolo, è il
primo direttore dell’organo di controllo delle finanze
vaticane, l’Aif. De Pasquale è voluto dal cardinale Nicora e
dal professor Condemi per attuare la svolta chiesta da
Benedetto XVI.
Avvocato De Pasquale, lei venne chiamato in Vaticano
per implementare le norme contro il denaro sporco. Per
quanto tempo?
Tutto è cominciato nel 2010. Il professor Condemi mi
chiese di collaborare alla stesura della legge iniziale, che
sarà emanata da papa Ratzinger il 31 dicembre dello
stesso anno. Con incarichi ufficiali sono rimasto dal 2011
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