Page 154 - Peccato originale
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dello Ior entra nell’ufficio del segretario di Stato
concentrato e teso. Senza particolari preamboli indica le
urgenze: bisogna migliorare la vecchia legge, allontanare
l’avvocato italoamericano Jeffrey Lena, licenziare Cipriani,
riformare le strutture economiche. «Certo, vedremo,
vedremo» taglia corto Bertone. In segreteria di Stato
arriva anche una memoria firmata dal presidente dello
Ior, in cui si sottolinea ancora come questi aggiustamenti
alla legge possano incrinare in maniera determinante la
credibilità di Benedetto XVI e della Santa sede, anche a
livello internazionale, per questo vanno immediatamente
affrontati e risolti.
La soluzione presa è sì rapida, ma non tra quelle
immaginate dal cardinale Nicora. Il 23 maggio l’avvocato
Marco Briamonte dello studio Grande Stevens, consulente
della segreteria di Stato, incontra il banchiere Alessandro
Profumo, da marzo nuovo presidente del Monte dei Paschi
di Siena. Conoscendo il suo rapporto d’amicizia con il
presidente della banca vaticana, il legale vicino a Bertone
non riesce a trattenere una battuta velenosa: «Domani
vede Gotti Tedeschi? Pensi, sarà l’ultima volta che lo
incontrerà da presidente dello Ior». Profumo ride
nervosamente, il giovane legale invece rimane impassibile.
In effetti è ben informato. Il consiglio d’amministrazione
dello Ior sfiducerà Gotti Tedeschi. Lo farà in un modo, tra
l’altro, talmente brusco e irrituale da sollevare altri
inquietanti interrogativi.
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