Page 153 - Peccato originale
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Vaticano.  Gli  ispettori  confrontano  le  due  stesure  della
                legge  ed  emettono  un  pre-report  nel  quale  sei  parole  in

                inglese lasciano poco spazio alla fantasia: «with this you
                did steps back», con questo avete fatto passi indietro. La

                situazione  si  complica  sempre  di  più:  il  presidente  dello
                Ior  minaccia  le  dimissioni  se  non  si  torna  alla  versione
                originale.  L’8  marzo  2012  il  dipartimento  di  Stato

                americano  annuncia  di  aver  inserito,  per  la  prima  volta,
                anche  il  Vaticano  nella  lista  dei  sessantotto  paesi

                considerati  «ad  alto  rischio  di  riciclaggio»  nel  mondo.  È
                un’altra pessima figura. Ma non è finita. Anzi.
                    Passa  qualche  giorno  e  diverse  banche  decidono  di

                                                                                21
                chiudere i conti Ior aperti nei loro istituti.   Nicora non sa
                come muoversi. I suoi più stretti collaboratori gli chiedono

                con insistenza di informare Benedetto XVI, ma il cardinale
                non  trova  le  forze.  Gänswein  sostiene  Nicora,  gli  dice  di

                resistere, di non piegarsi. In quei giorni prende posizione
                anche  il  vicepresidente  dello  Ior,  Ronaldo  Schmitz,

                banchiere  e  membro  della  Commissione  Trilaterale.                                22
                Schmitz  rivendica  un’anacronistica  autonomia  della
                banca:  lo  Ior  non  deve  arretrare  se  le  banche  straniere

                chiudono  i  conti.  L’alto  dirigente  propone  di  trasferire  i
                depositi  in  Germania,  a  Deutsche  Bank.  L’idea  provoca

                una  rottura  con  Gotti  Tedeschi.  Sono  due  posizioni
                inconciliabili.             Schmitz             chiede           al        consiglio

                d’amministrazione dell’istituto vaticano la linea dura con
                le  banche  centrali,  ma  il  professore  è  contrario.  In  una

                riunione gli risponde che mai lui trasferirà i conti soltanto
                perché  le  banche  centrali  chiudono  i  depositi  collegati
                all’Istituto  per  le  opere  di  religione.  Anzi,  bisogna

                chiedersi  perché  le  banche  li  rifiutino.  Ma  la  risposta  a
                questa  domanda  è  scontata:  perché  allo  Ior  non  si

                ottempera alle norme di trasparenza.
                    Bertone osserva e attende. Concede un appuntamento
                richiestogli con insistenza da Gotti Tedeschi. Il presidente




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