Page 142 - Peccato originale
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arcivescovo  Renato  Boccardo,  segretario  del  porporato,
                che sarà poi sostituito da monsignor Carlo Maria Viganò.

                La squadra di  McKinsey, con  a capo  il milanese  Vittorio
                Terzi,  si  concentra  invece  sugli  affidamenti  dei  lavori,

                riscontrando anomalie sugli appalti e segnalando insoliti
                aumenti,  anche  fino  al  300  per  cento,  dei  prezzi  di
                mercato dei capitolati.






                                    Un pool per il cambiamento



                A  distanza  di  ben  otto  anni  dall’attentato  alle  Torri
                gemelle  e  dall’inizio  della  guerra  contro  il  terrorismo  e  i

                paradisi  fiscali,  lo  Ior  rimane  l’unica  banca  offshore  in
                Europa.  In  quel  periodo,  almeno  formalmente,  diversi

                paesi  si  erano  adeguati  alle  nuove  normative:  dal
                Lussemburgo  a  San  Marino,  da  Montecarlo  al

                Liechtenstein.  Anche  la  Svizzera  stava  concludendo
                l’adeguamento  ai  nuovi  parametri  di  trasparenza.  In
                Vaticano,  negli  enti  che  movimentano  denaro,  ovvero

                Amministrazione  del  patrimonio  della  sede  apostolica
                (Apsa)  e  Ior  in  primis,  tutto  è  rimasto  fermo  al  2001.

                Come se nulla fosse accaduto, come se l’11 settembre non
                avesse segnato una svolta. Lo Ior continua a sfruttare un

                meccanismo ormai ben consolidato: pur avendo un’unica
                sede, appunto quella in Vaticano, la banca del papa opera

                attraverso  una  fittissima  ragnatela  fatta  di  centinaia  di
                conti  correnti,  di  transito  o  deposito,  sui  quali  ha  piena
                titolarità.  Sono  conti  aperti  in  banche  svizzere,

                lussemburghesi,  francesi,  tedesche,  almeno  dai  tempi  di
                Marcinkus e Sindona. Da qui partono e arrivano bonifici

                dei  quali  s’ignora  il  reale  beneficiario,  perché  risultano
                come movimentazioni tra conti della stessa banca: tutto,

                insomma,  targato  Ior.  All’interno  dell’istituto  due  sole
                persone  conoscono  le  reali  identità  di  chi  opera  dietro



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