Page 139 - Peccato originale
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tentava  di  compiere  qualche  passo  verso  la  trasparenza,
                senza però ottenere risultati apprezzabili. Ogni pressione

                che  arrivava  da  fuori  le  mura  per  introdurre  norme
                antiriciclaggio era destinata inesorabilmente a cadere nel

                vuoto.  Lo  Ior  doveva  continuare  a  funzionare  come  una
                banca  offshore.  Per  questo,  quando,  ad  esempio,  Caloia
                aveva cercato di ammodernare l’istituto, informatizzando

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                gli uffici,   i risultati erano rimasti insoddisfacenti, senza
                rendere  trasparenti  i  processi  gestionali.  Il  paradosso  è

                che sarà proprio questa assenza di trasparenza – protetta
                dalla stessa gerarchia vaticana, come visto nella denuncia
                di Von Freyberg a papa Francesco – il motivo ufficiale che

                accompagnerà  l’allontanamento  del  presidente.  Un
                siluramento che suona di certo beffardo.

                    Così, nel luglio del 2009, Bertone si muove con rapidità
                per  individuare  il  giusto  candidato  alla  successione.

                Raccoglie  un  certo  consenso  a  favore  di  Ettore  Gotti
                Tedeschi,  banchiere  vicino  all’Opus  Dei,  figura  che  può

                ricevere apprezzamenti trasversali nei sacri palazzi. Molti
                in  curia  lo  conoscono  già.  Sposato,  cinque  figli,  cattolico
                conservatore,  presidente  in  Italia  della  banca  spagnola

                Santander,  è  legato  a  Benedetto  XVI  da  un  rapporto
                personale  ed  esprime  il  profilo  adatto  per  realizzare  una

                svolta  etica  nelle  finanze  vaticane.  Il  professore  ha  già
                varcato  l’ingresso  di  porta  Sant’Anna,  conoscendo

                Ratzinger  quando  era  ancora  cardinale,  prefetto  della
                Congregazione  per  la  dottrina  della  fede.  Ha  incontrato

                più  volte  il  pontefice,  esprimendo  e  condividendo  con
                quest’ultimo  la  visione  dell’economia,  la  critica  alla
                globalizzazione,  la  necessità  di  maggior  trasparenza

                nell’approccio con il denaro.
                    I colloqui tra i due spinsero Benedetto XVI, nel 2007, a

                cercare  per  la  prima  volta,  da  papa,  il  banchiere,
                chiedendogli  di  collaborare  alla  stesura  dell’enciclica
                Caritas  in  veritate,  nella  quale  il  santo  padre  attacca  il




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