Page 115 - Peccato originale
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Certo, alcuni episodi potevano trarre in inganno. Basti
pensare a quando, nel 1984, si stabilisce il pagamento di
405 milioni di dollari da parte dello Ior, ai liquidatori
dell’Ambrosiano, come «contributo volontario» per
chiudere ogni pendenza finanziaria legata al dissesto della
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banca di Calvi. Ma sarebbe una lettura molto superficiale
ritenere che la banca abbia per questo voltato pagina.
Marcinkus non venne mai abbandonato dal Vaticano.
Anche questo è testimoniato dai nuovi documenti
consultati e da diverse fonti. Il difensore di Marcinkus,
Adolfo Gatti, per esempio, era un avvocato che godeva
della totale fiducia nei sacri palazzi. Era anche correntista
allo Ior, come si scopre leggendo, per la prima volta, gli
atti contabili riservati della banca. Oggi scopriamo da
questi documenti che alcune sue robuste parcelle venivano
pagate proprio con i soldi della banca vaticana: un
compenso da un miliardo di vecchie lire è liquidato il 31
luglio 1984 con denaro prelevato dal conto numero 001 9
10420T, riservato alle spese legali. Lo stesso giorno viene
pagato un altro difensore di Marcinkus, il professor
Agostino Gambino, membro per la Santa sede della
Commissione italovaticana sul dissesto della banca di
Calvi, già avvocato della Banca Privata di Sindona. Nei
lavori della commissione, Gambino si era prodigato per
minimizzare le responsabilità del presidente dello Ior,
indicandolo in pratica come una vittima di Calvi: «Non c’è
alcun elemento di colpa nei confronti di Marcinkus» disse.
Il 31 luglio 1984 risulta per lui il pagamento di un miliardo
di vecchie lire, stessa somma bonificata anche all’avvocato
Adolfo Gatti. 6
I giudici di Milano che nel 1987 firmarono la clamorosa
richiesta di arresto per il vescovo americano e alcuni suoi
collaboratori, proprio per il crac dell’Ambrosiano, la
pensavano diversamente. Marcinkus vide confermata la
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previsione che aveva fatto qualche anno prima: «Posso
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