Page 101 - Io vi accuso
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fare la differenza sarà sempre la qualità umana dei proprietari come dei
manager.
A monte si possono anche impostare strumenti di vincolo e di
ottimizzazione. Ad esempio, un «patto legale della famiglia» che garantisca
il ricambio generazionale e la continuità d’impresa. La finalità è quella di
assicurare, fissando regole precise, continuità nella gestione delle imprese,
attraverso: l’individuazione di uno o più discendenti (figli, nipoti)
dell’imprenditore ritenuti idonei alla gestione; il trasferimento a esso
dell’azienda o delle partecipazioni (quando l’impresa è svolta attraverso
una struttura societaria); la liquidazione dei diritti economici dei
legittimari ai quali non viene assegnata l’azienda o non vengono assegnate
le partecipazioni. In altri termini, un accordo tra l’imprenditore e gli eredi
legittimi che stabilisca le regole future, dalla gestione di potenziali conflitti
alle retribuzioni dei membri di famiglia impegnati nell’impresa. E pure le
regole fiscali: dall’erogazione dei dividendi all’eventuale istituzione di trust
o fondazioni. Senza dimenticare l’ipotesi di prendere in considerazione
l’apertura del capitale a fondi e realtà estranee all’entourage. In Italia fare
entrare capitali freschi nell’azienda di famiglia era visto fino a qualche
tempo fa come una diminutio sociale. Oggi per fortuna qualcosa sta
cambiando. A differenza del mondo anglosassone, l’imprenditore italiano
medio ritiene un valore aggiunto trascorrere il maggior numero possibile di
ore al giorno in azienda per identificarsi con essa. Osservare le mosse del
capitale anche da fuori aiuta invece a creare quel giusto distacco che rende
la governance più efficace e il terreno della successione generazionale più
fertile.