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Le modifiche al Testo unico bancario
Precedentemente alla proposta di legge dei 5 Stelle, la Banca d’Italia – nel
settembre 2012, tardi rispetto alla media europea – ha proposto l’obbligo
per gli istituti di «definire procedure di allerta interna, volte a permettere la
segnalazione da parte dei dipendenti». Poi, nel maggio 2015, il governo ha
finalmente apportato una vera e propria modifica al Testo unico bancario
(Tub) introducendo gli articoli 52 bis e 52 ter. «Quando ho fatto il mio
primo esposto a Bankitalia, il 27 gennaio 2009 – riprende Enrico – l’allora
direttrice della sede di Parma mi confermò sconsolata che non esisteva
alcuna modulistica per presentare la denuncia di un dipendente bancario
che desiderasse segnalare gli illeciti del proprio istituto. Gli unici che
potevano farlo erano i clienti, i correntisti.» E ancora: «Il documento
introdotto nel 2012 da Palazzo Koch contiene il primo vero schema di
riferimento per le banche in materia di controlli interni. Nel libro Le
misure anticorruzione gli autori Gabriele Casartelli e Antonio Papi Rossi
affermano che tale documento appare riconducibile proprio alle mie
vicende».
Ma la vera svolta in senso positivo avviene, come accennato, con la
modifica al Testo unico bancario. D’ora in poi gli istituti dovranno adottare
procedure specifiche per consentire la segnalazione al proprio interno, da
parte del personale, di atti o fatti che possano costituire una violazione
delle norme disciplinanti l’attività del credito. Tali procedure dovranno
garantire la riservatezza dei dati personali di chi segnala e del presunto
responsabile della violazione, ferme restando le regole che disciplinano le
indagini o i procedimenti avviati dall’autorità giudiziaria in relazione ai fatti
oggetto della segnalazione. «Questo permetterà di tutelare adeguatamente
il soggetto che denuncia da condotte ritorsive, discriminatorie o comunque
sleali. Il whistleblower, infatti, è quasi sempre vessato dai superiori o dai
colleghi di lavoro denunciati e spesso viene mobbizzato e poi licenziato con
motivazioni che apparentemente non hanno alcuna relazione con quanto
successo. Per la specifica segnalazione si dovrà aprire un canale
indipendente e autonomo e l’atto non costituirà di per sé una violazione
degli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro» commenta Ceci. E che iter
avrà la denuncia? «Banca d’Italia riceverà dal personale dell’istituto il
fascicolo e potrà avvalersi delle informazioni contenute al suo interno per,
eventualmente, decidere la sanzione. Sarà possibile quindi limitare nelle
banche territoriali un fenomeno che ha causato tanto dolore in questi anni
soprattutto ai piccoli e medi imprenditori. Sarà più complicato, infatti, per
le direzioni generali o per i direttori di filiale, approvare affidamenti a
personaggi sospetti, legati al malaffare, a discapito dei tanti onesti