Page 109 - Io vi accuso
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Epilogo



























          Le  confessioni  degli  ex  colleghi  che  hanno  fornito  a  questo  libro  tanti
          spunti di riflessione, gli incontri «carbonari» con manager che mi hanno

          testimoniato la loro frustrazione, la vicenda di  Enrico  Ceci sono il chiaro
          segnale  di  un  cambiamento  in  atto,  il  manifesto  delle  avanguardie  di  un
          popolo  di  circa  330.000  bancari  italiani  che,  tranne  le  eccezioni  di  poche
          migliaia  di  dirigenti  ancora  motivati,  iniziano  a  trovare  il  coraggio  di

          manifestare  la  propria  delusione,  l’insoddisfazione,  il  disinganno.  Come
          tutte  le  avanguardie,  questi  personaggi  rappresentano  il  reparto  che
          precede il grosso delle truppe, l’unità operativa che sta esplorando il campo
          di  battaglia  per  aprire  il  varco  a  un  esercito  di  soldati  scoraggiati,

          disinteressati,  sfiduciati  e  senza  una vision  rassicurante  sul  futuro  della
          professione. Un’armata composta da vecchi ufficiali, esperti ma inutilizzati,
          che contano i mesi per arrivare allo scivolo pensionistico e a un riciclaggio
          in  nuove  avventure  lavorative,  e  da  una  nuova  leva,  inesperta  e  formata

          solo  alla  vendita  selvaggia,  mal  retribuita  e  senza  una  formazione
          qualificata.
              Questo  sono  le  banche  oggi  e  il  loro  nemico  è  rappresentato  dalle
          imprese, le piccole imprese. Ci sono da fare però alcune precisazioni. Al di

          là  della  reale  ma  talvolta  anche  retorica  visione  del  piccolo  imprenditore
          sbranato dagli istituti, in questi anni di crisi economica ho incontrato anche
          molta  approssimazione,  poca  cultura  di  impresa,  scarsa  capacità  di
          effettuare  i  dovuti  cambiamenti  in  tempi  rapidi  e  anche  qualche

          cialtroneria. In altri termini: l’incapacità di stare sul mercato. La recessione
          sta facendo selezione, è vero, eliminando chi non regge la competizione e
          quei mille furbetti che fino a oggi erano rimasti immeritatamente a galla
          nella  grande  palude.  La  crisi  inghiotte  le  nostre  imprese  a  ritmi

          impressionanti.  E  nel  caos  muoiono  i  sani  e  i  malati.  Ma  se  vogliamo
          raccontare  il  futuro,  cosa  ci  sarà  domani,  non  possiamo  fermarci  ai
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