Page 110 - Io vi accuso
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necrologi.
Io ho due figli e sto tentando di capire se l’Italia sia ancora un paese per
loro. E questa nuova professione mi permette di percorrere la penisola da
nord a sud, ragion per cui mi imbatto anche nella gente che ci crede ancora,
che è ancora ottimista nonostante un bruttissimo vento gli spiri contro. Le
persone e le aziende che resistono alla crisi hanno caratteri distintivi
standard: sono generose, innovative, rinnegano il passato e il consolidato
egocentrismo (malattia diffusa tra gli imprenditori) che talvolta sfocia nella
presunzione.
Diffidenti, incazzati, disillusi però mai stanchi di provare a combattere.
Ma c’è un filo che lega tutte le storie, quelle di successo ma anche quelle
delle aziende che vogliono «semplicemente» reagire: la capacità di
adattarsi al cambiamento con tempestività. Per opporsi al declino hanno
chiesto, si sono informate, hanno sviluppato un nuovo modo di fare
impresa riuscendo così a dribblare le banche e le loro richieste capestro.
Molte società hanno migliorato i propri fatturati in situazioni disperate o
quantomeno sono riuscite a realizzare margini operativi lordi migliori
rispetto al passato.E hanno dimostrato che in Italia la crisi si può ancora
combattere, se non vincere. In questo lungo e costante viaggio lungo lo
Stivale ho raccolto anche storie di persone che si trascinano in una vita
infelice, che hanno paura di cambiare qualcosa nella loro esistenza: il
timore dell’ignoto è più forte del disagio che provano. In molti casi, sanno
già cosa li renderebbe felici ma non hanno la forza di andare in quella
direzione perché preoccupati delle conseguenze.
A queste persone dico che aver coraggio non significa non aver paura.
Significa avere la forza di guardare in faccia la paura e decidere di andare
avanti lo stesso. Ma per farlo bisogna riconoscerla. Non è assolutamente
mia intenzione fare terrorismo psicologico o incauto proselitismo ma la
mia personalissima esperienza e ciò che, soprattutto in questi ultimi anni,
la vita mi ha riservato hanno insegnato al sottoscritto che, come recitava
una bellissima dedica fattami da una carissima amica, «la vita è un
bellissimo cerchio». Nel cerchio siamo tutti uguali, nessuno è davanti a noi,
nessuno è dietro, nessuno è sopra, nessuno è sotto, siamo tutti sulla stessa
linea, nel perfetto equilibrio. Il cerchio è unità, il cerchio è democratico. Il
cerchio dà coraggio.