Page 102 - Io vi accuso
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Whistleblowing: per denunciare l’istituto dall’interno
Colpevole di denuncia: la storia di Enrico Ceci
Durante le numerose presentazioni organizzate per il mio precedente libro
l’obiezione più frequente che mi veniva posta suonava più o meno così:
«Troppo facile parlare ora che sei fuori, perché non lo hai fatto quando
facevi parte di quel mondo?». Ho sempre accettato le critiche di chi,
paradossalmente, mi ha definito «poco coraggioso» se non addirittura
«opportunista» e ancora oggi non posso che confermare la mia idea a
riguardo: assumersi la responsabilità di attaccare un sistema come quello
bancario dall’interno può costare molto caro, soprattutto perché gli
strumenti di tutela per chi denuncia in Italia sono ancora inefficienti.
Le banche distruggono chi si rifiuta di obbedire alle loro «leggi». Sempre
e comunque. Trattandosi di soldi, tanti soldi, la pietà dentro quelle stanze
scarseggia, l’aspetto umano ancora di più. Voltare le spalle e scegliere di
andarsene comporta già di per sé scelte difficili, pesanti compromessi,
rivalse. Io l’ho provato sulla mia pelle. Nel dicembre del 2014, alla fine di
un incontro in una libreria milanese, conosco un giovane ragazzo di Parma.
Si chiama Enrico Ceci, ex bancario anche lui. Della sua storia i giornali
hanno parlato ma forse non a sufficienza: il suo coraggio estremo mi ha
fatto molto riflettere e ho deciso di portarlo come esempio. Perché, anche
grazie a lui, qualcosa sul fronte delle tutele per chi denuncia si sta
muovendo. Enrico ha ventotto anni. Leggendo quanto segue si capirà come
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la battaglia di questo Hervé Falciani italiano (Falciani è l’ingegnere
informatico italo-francese che ha messo al tappeto il segreto bancario
svizzero) possa andare a beneficio dei padri di famiglia, dei piccoli
imprenditori e degli artigiani che ancora costituiscono il tessuto pulsante
della nostra economia. Basta digitare il suo nome sui motori di ricerca per
trovare una sfilza di articoli che lo identificano come whistleblower, una