Page 18 - Avarizia
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un mutuo,” ha spiegato Cosentino in un’intervista. “Respingo

          qualunque insinuazione, non è vero che quella casa mi è stata
          venduta a un prezzo di favore, a metà del valore. Me la segnalò un
          conoscente di Caserta.”

             Propaganda è generosa con tutti, anche se i soldi guadagnati dalle
          compravendite servirebbero ad aiutare le missioni. Quattro anni
          dopo aver venduto a Lunardi e Cosentino, la congregazione fa
          realizzare un affare d’oro anche a una piccola società di mediazione
          immobiliare di Busto Arsizio, che nel 2008 ha venduto a Propaganda

          un intero palazzo nobiliare. L’operazione, stavolta, è seguita dal
          successore di Sepe, il prefetto e cardinale Ivan Dias che vive in un
          appartamento di dodici stanze al primo piano del palazzo oggetto

          della compravendita: è lui a decidere che il Vaticano deve comprarsi
          l’immobile. Come scrive Carlo Bonini in un’inchiesta su
          “Repubblica”, il Vaticano investe 20,3 milioni di euro. Una cifra
          importante. Anche perché la Spa lombarda ha comprato gli stessi
          immobili dalla Banca Italease per appena 9 milioni. Non si tratta di

          una rivalutazione temporale, però: gli intermediari comprano il
          palazzo la mattina del 30 maggio 2008, e lo rivendono al Vaticano il
          pomeriggio stesso, ma a prezzo più che raddoppiato.

             Se la plusvalenza record sembra penalizzare Propaganda, anche
          lo Stato italiano non ha guadagnato un euro dei 4 milioni in tasse
          che avrebbe dovuto ricevere dalla transazione: “La parte acquirente
          [Propaganda Fide] ai fini fiscali dichiara che il presente atto è
          integralmente esente dall’Iva, dall’imposta di registro, dalle imposte

          ipotecaria e catastale, da qualsiasi altra imposta diretta o indiretta e
          da tributi ordinari e straordinari ai sensi dei Patti lateranensi del
          1929,” si legge nel contratto d’acquisto. Traducendo, anche quella

          porzione di palazzo comprato al centro di Roma gode dei vantaggi
          dell’extraterritorialità garantiti dallo Stato italiano a moltissimi altri
          immobili della congregazione, che pure paga circa 2 milioni l’anno
          di Imu.
             L’era del cardinale Crescenzio Sepe (che si affidò, per la gestione

          di case e appartamenti, ad Angelo Balducci: il capo della “cricca”
          che gestiva i Grandi Eventi era infatti uno dei tre “consultori” di
          Propaganda Fide) è finita nel 2006, e quella del prefetto Dias s’è

          conclusa nel 2011. Oggi il “papa rosso” è Fernando Filoni, e sta
          cercando di rimettere in ordine i conti e i canoni, facendo chiamare
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