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spiegò nel 2005 lo storico John Pollard – gli investimenti ecclesiastici

          durante la Grande Depressione. Per la precisione fu il banchiere
          Bernardino Nogara, nominato nel 1929 numero uno della neonata
          Amministrazione speciale, a costruire l’immobiliare inglese.

             Pezzo grosso della Banca commerciale italiana, già consigliere
          della Santa Sede per la stipula della convenzione finanziaria dei
          Patti lateranensi, fu Nogara a gestire i risarcimenti ottenuti da
          Benito Mussolini. Una valanga di denari: ai 750 milioni di lire liquidi
          (depositati inizialmente proprio sui conti della Banca commerciale)

          si deve infatti aggiungere un miliardo di lire in titoli di Stato. Il
          professore di storia economica Maurizio Pegrari, autore della voce
          biografica “Nogara” sulla Treccani, ricorda che prima del suo arrivo

          gli investimenti finanziari “erano di norma affidati a banchieri
          europei – svizzeri, tedeschi, francesi, olandesi e inglesi – che si
          appoggiavano alle nunziature apostoliche presenti in questi paesi”.
          Un sistema farraginoso e in alcuni casi persino “dilettantesco, a
          causa,” continua Pegrari, “della mancanza di specifiche capacità di

          molti nunzi e dello stesso segretario di Stato di allora Pietro
          Gasparri. L’arrivo di Nogara portò ordine e competenza”. Di fatto, il
          banchiere trasformò l’Amministrazione speciale in una specie di

          merchant bank che operava dappertutto. Non solo in Italia e in
          Europa, ma anche negli Stati Uniti (dove la raccolta dell’Obolo di
          San Pietro era assai cospicua nonostante la Grande Depressione) e
          in Argentina.
             Nogara investì rapidamente i soldi ricevuti dai fascisti in azioni,

          obbligazioni e, ovviamente, nel mercato immobiliare, attraverso la
          creazione di società all’estero. Una scommessa che ha funzionato, e
          che ancora oggi dà i suoi frutti. D’oro. Se la holding parigina ha

          “attività” per 46,8 milioni, quella londinese è proprietaria nel centro
          città di case e palazzi, inclusi i negozi di lusso in New Bond Street e
          i locali della gioielleria Bulgari. Anche la sede della banca Altium
          Capital, all’angolo tra Saint James’s Square e Pall Mall, secondo
          un’inchiesta del “Guardian” è stata acquistata dalla Grolux

          Investments per 15 milioni di sterline. La gestione degli immobili
          londinesi, a cui si aggiungono case e terreni a Coventry, fa
          guadagnare al Vaticano altri 38,8 milioni. Attraverso l’archivio della

          camera di commercio del Cantone di Lucerna, inoltre, scopriamo
          che la holding inglese aperta nel 1933 è gemella di un’altra società,
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