Page 147 - Avarizia
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cose che hai detto ieri sera”.
Profiti: “Ah! Cos’è che dovevo saltare? Che me ne sto andando in
paranoia?”.
Versaldi: “Ma diceva... no! Mi pareva... mi pare no?”.
Profiti: “Ah!”.
Versaldi: “Ehm... ehm... devi tacere che questi trenta milioni...”.
Profiti: “Sì. Sì. Sì. Sull’intervento, sì”.
Versaldi: “Sono stati dati per l’Idi. E dire semplicemente che,
come ogni anno, oltre ai cinquanta sono stati dati trenta per il
Bambino Gesù, senza... ah... ah... una...”
Profiti: “Vincolo di destinazione”.
Versaldi: “...una ...una... una destinazione, no?”.
Profiti: “Ho capito. Ho capito”.
Versaldi: “Eh... eh ...”.
Profiti: “Sì. Se no bisognerebbe spiegare... Ecco! Tu dici che è
meglio così”.
Versaldi: “A meno che Lui sappia, sappia diversamente. Possiamo
dire così. Poi vediamo”.
Quando a giugno 2015 l’intercettazione viene pubblicata dai
giornali, il Vaticano finisce nell’occhio del ciclone: in molti pensano
che Versaldi e Profiti abbiano distratto il denaro pubblico destinato
al Bambin Gesù, e che lo abbiano investito nel salvataggio dell’Idi.
Un sospetto che sorge spontaneo, anche perché nel 2014 in
Finanziaria, oltre ai soliti 50 milioni che il nosocomio pediatrico
riceve per legge dal 2005, Profiti era riuscito a ottenere dal
parlamento un regalo suppletivo, pari esattamente a 30 milioni. La
cifra esatta di cui si parla nell’intercettazione.
A qualche settimana di distanza dal colloquio telefonico e
dall’incontro con Bergoglio, però, il delegato pontificio e il suo
vicario capiscono che comprare l’Idi con i soldi del Bambin Gesù è
strada rischiosa, e impraticabile. Così tornano a battere cassa in
Vaticano. Versaldi riesce a convincere Francesco della bontà del
salvataggio, ma nemmeno il papa riesce a imporsi subito: secondo
de Franssu e Pell dallo Ior – nonostante il vecchio accordo – non
deve uscire nemmeno un euro. “Il cardinale australiano teme che la
Santa Sede perderà questi milioni,” spiega a verbale Pietro Parolin
ai colleghi della commissione cardinalizia dell’Apsa riuniti il 12