Page 143 - Avarizia
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Nati nel 1857, anno in cui don Luigi Maria Monti fonda la
congregazione, e diventati celebri all’inizio del Novecento grazie
alle pomate miracolose per la cura della tigna dei contadini, i frati-
laici negli anni hanno fatto fortuna, arrivando a controllare oltre ai
due grandi ospedali romani pure il centro Villa Paola in provincia di
Viterbo, oltre a una dozzina tra case di cura e orfanotrofi sparsi in
tutta Italia, una società farmaceutica che fatturava 20 milioni di
euro l’anno, il centro oncologico di Nerviano, vicino Milano, e l’Elea,
un’azienda fondata dall’Olivetti specializzata in formazione.
I “concezionisti” sono dunque una realtà importante. Soprattutto
nella Capitale, dove sono riveriti e omaggiati. In primis dalla politica.
Mentre con la mano sinistra spende e spande, con la destra
Decaminada chiama al telefono deputati e big di partito per invitarli
agli eventi in cui si discetta di fede, politica, televisione, crisi
internazionale e Vangelo, definiti una “Cernobbio in riva al Tevere”.
Dagli ex ministri Franco Frattini e Giulio Tremonti al manager della
Pirelli Marco Tronchetti Provera fino all’attrice Vittoria Puccini (che
ha letto agli astanti le poesie di Prévert), alla corte dei concezionisti
ci vanno tutti, monsignor Rino Fisichella e l’ex segretario del Pd Pier
Luigi Bersani compresi.
L’acquisto della magione toscana, però è un passo falso, il primo di
fratel Decaminada: dopo un articolo dell’“Espresso”, infatti, alcuni
dipendenti dell’ospedale che non ricevevano gli stipendi da mesi si
arrabbiano e decidono di scrivere un esposto alla procura di Roma. I
magistrati sentono puzza di bruciato e puntano presto un faro su
Decaminada e sulla gestione del nosocomio: dopo due anni di
investigazioni l’inchiesta Todo Modo illuminerà a giorno una vicenda
che, secondo l’accusa, avrebbe provocato “distrazioni” di denaro
per 82 milioni di euro, un indebito utilizzo di fondi pubblici per oltre
6 milioni, con malversazioni e predonerie di ogni tipo che hanno
portato l’Idi a un passivo patrimoniale di 845 milioni di euro e
un’evasione fiscale di 450 milioni: oggi gli indagati sono quaranta,
accusati a vario titolo di appropriazione indebita, bancarotta
fraudolenta, utilizzo di fatture false e occultamento di scritture
contabili.
L’operazione sarebbe stata ideata proprio da fratel Decaminada,
che avrebbe munto come una mucca non solo l’ospedale
dermatologico, vera macchina da guerra che arriva a fatturare