Page 145 - Avarizia
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Lo shopping del cardinale
Lo scandalo dell’Idi non ha toccato direttamente il Vaticano. La
congregazione è un ente religioso autonomo, e nessun esponente
della curia (a parte Laghi, che non può replicare alle parole di don
Franco essendo morto nel 2009) è stato coinvolto nell’assalto
all’ospedale dermatologico. Paradossalmente, invece, l’inchiesta che
ha colpito i vertici della congregazione ha aperto al Vaticano
un’opportunità insperata. Senza Decaminada di mezzo e con
l’ospedale a un passo dal crac e millecinquecento dipendenti a
rischio, i cardinali hanno capito che c’erano finalmente i margini per
acchiappare una preda che fiutavano da tempo, e che Bertone, per
primo, aveva messo nel mirino già nel 2010.
Prima di abdicare, Benedetto XVI su consiglio del suo braccio
destro decide di nominare il cardinale Giuseppe Versaldi delegato
pontificio dell’istituto (è un potere che il Vaticano può esercitare su
qualsiasi congregazione in caso di dissesto finanziario) per tentare
di risanare l’ospedale. Al suo fianco, il monsignore chiama il solito
Profiti con il compito di gestire la nuova amministrazione
straordinaria.
L’obiettivo finale è quello di evitare che altri gruppi privati
comprino l’ospedale. “Non vogliamo realizzare un polo sanitario,”
dichiara Versaldi a Radio Vaticana ad aprile 2013. “Chi lo dice vuole
capovolgere la realtà. È solo un segno di vicinanza della Santa Sede
che non vuole sostituirsi alla Congregazione dei Figli
dell’Immacolata Concezione, ma dare un segnale di supporto e di
aiuto.” In realtà, un anno dopo, quando Idi e San Carlo finiscono
all’asta, l’unica busta che arriva sul tavolo dei commissari del
governo italiano giunti dopo l’arresto di Decaminada e dei manager
collusi è quella di una fondazione nuova di zecca, intitolata a Luigi
Maria Monti. Un’entità costituita apposta dalla congregazione ma in
realtà presieduta da Versaldi in persona, circondato da sei
consiglieri di cui due nominati dai concezionisti e quattro vicinissimi
alla Santa Sede, tra cui i commercialisti Gianluca Piredda e Paolo
Ceruzzi e il nuovo consulente dell’Apsa Franco Dalla Sega.
Se gli alleati del gruppo privato Sansavini hanno rilevato il San
Carlo di Nancy con un investimento iniziale di una ventina di milioni,
per partecipare all’asta e prendersi l’Idi il Vaticano ha messo una
fiche da 50 milioni di euro. Non è stato facile trovarli, e alcune