Page 141 - Avarizia
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anche per proteggere la sua egemonia sul Toniolo da futuri attacchi
curiali: Bertone è ormai in pensione, ma sono in tanti, nella Santa
Sede, che vorrebbero ancora mettere le mani sul complesso
sanitario che oggi fattura tra università e ospedale oltre un miliardo
di euro l’anno (alla Cattolica, che ha 40 mila studenti circa, la retta
viaggia intorno ai 10 mila euro pro capite). L’arcivescovo ha lasciato
nel comitato d’indirizzo ruiniani fedeli alla Cei come Dino Boffo e
Lorenzo Ornaghi, e il 5 dicembre 2013 ha chiamato nel board due
“ciellini” doc come il banchiere Pasini e la professoressa Eugenia
Scabini, figura storica della Cattolica e amica personale del
fondatore di Cl Luigi Giussani. Soprattutto ha nominato, a sorpresa,
Gianni Letta, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio
legatissimo a Silvio Berlusconi, Gentiluomo di Sua Santità,
considerato da Scola fondamentale sia per le entrature nella politica
sia per i rapporti con parte della curia romana.
Il 10 dicembre 2012, prima ancora di mettere in sicurezza la sua
maggioranza nel board, Scola ha anche modificato lo statuto quasi
centenario del Toniolo: il nuovo articolo 7 definisce che il presidente
del comitato di indirizzo sia per definizione “l’arcivescovo pro-
tempore della diocesi di Milano”, e che – tra gli altri dodici membri –
uno “sia designato dalla segreteria di Stato della Santa Sede e uno
dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana”, mentre gli
altri “dieci membri cooptati dallo stesso comitato tra le personalità
del mondo cattolico di chiara fama”. In questo modo Scola ha chiuso
la porta a ogni velleità di conquista, vanificando eventuali assedi alla
sua poltrona. Almeno fino alla prossima battaglia.