Page 136 - Avarizia
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unica, slegata dalla Santa Sede perché configurato come ente di
diritto privato assoggettato al codice civile italiano. Come raccontato
per la prima volta da Marco Lillo sul “Fatto Quotidiano”, Bertone
l’11 marzo di quell’anno tenta un blitzkrieg per disarcionare l’allora
presidente Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano che Giovanni
Paolo II aveva messo a capo dell’istituto nel 2003, dopo che il
predecessore, il senatore democristiano Emilio Colombo, era finito
in un’inchiesta su cocaina e prostituzione (l’ex primo ministro e
padre costituente ammise davanti ai giudici che la droga veniva da
lui assunta per “motivi terapeutici”, e uscì senza conseguenze penali
dall’indagine).
Come ampiamente riportato dalla stampa, per Bertone l’istituto è
troppo vicino alla Chiesa italiana e ai suoi vescovi, troppo
indisciplinati e riottosi ai diktat della Santa Sede: senza la nomina di
un suo fedelissimo al posto di Tettamanzi (Bertone avrebbe
desiderato mettere sulla poltrona l’ex presidente della Consulta
Giovanni Maria Flick) la nascita dell’operazione di un grande polo
sanitario vaticano resta irrealizzabile.
Così, il 24 marzo 2011 il braccio destro di Joseph Ratzinger decide
che il dado è tratto, che non c’è più tempo da perdere, e dimissiona
d’imperio l’allora arcivescovo, mandandogli due paginette tramite
fax: “Signor Cardinale … Come ella sa secondo una prassi risalente
alle fasi iniziali dell’Istituto è la Segreteria di Stato a indicare il
nome di colui che deve svolgere il ruolo di presidente del Toniolo,
dal momento che l’Istituto non è una qualsiasi fondazione privata
ma un’emanazione della Chiesa, come ebbe a sottolineare il 27
ottobre del 1962 l’allora cardinale Giovanni Battista Montini. Di
fatto, l’impegno di Vostra Eminenza a servizio dell’Istituto Toniolo si
è protratto ben oltre il tempo originariamente previsto, e questo
ovviamente a prezzo di ben immaginabili sacrifici. In considerazione
di ciò, il Santo Padre mi ha dato incarico di ringraziare Vostra
Eminenza per la dedizione profusa anche in tale compito a servizio
di una istituzione assai importante per la Chiesa e la società italiana.
Ora, essendo scaduti alcuni membri del comitato permanente, il
Santo Padre intende procedere a un rinnovamento, in connessione
col quale Vostra Eminenza è sollevata da questo oneroso incarico”.
Tettamanzi, letta la missiva, cade quasi dalla sedia per lo stupore
e la rabbia. Non solo mancano ancora due anni alla fine del suo