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I miracoli di Padre Pio


             Il Vaticano ha mandato gli ispettori non solo al Gianicolo, ma
          anche a San Giovanni Rotondo. Dove sorge uno dei più grandi

          ospedali d’Italia, la Casa sollievo della sofferenza, fondata da Padre
          Pio e diventata un colosso della sanità pugliese. Un polo d’eccellenza
          (ultimamente è stato aperto anche un futuribile centro di ricerca

          sulle staminali) che detiene un enorme patrimonio immobiliare e
          finanziario. Stavolta è la Deloitte a fare le pulci ai conti del
          nosocomio, che vanta numeri impressionanti, con 1080 posti letto,
          2400 dipendenti e quaranta sale operatorie. Con un fatturato da
          274 milioni l’anno (derivanti in massima parte dal Servizio sanitario

          nazionale italiano), il business della clinica voluta dal santo con le
          stimmate controlla un impero economico milionario, le cui “business
          unit” si dividono tra ospedale, società immobiliare (che pesa il 28,1

          per cento sul patrimonio) e donazioni: Padre Pio è uno dei santi più
          amati d’Italia, e non passa settimana senza che arrivino lasciti
          testamentari a suo favore. Solo nel 2012 sono arrivate offerte per
          6,5 milioni di euro.
             Gli immobili e i palazzi gestiti dalla Casa sollievo della sofferenza

          attraverso una controllata, l’Immobiliare spa, sono in tutto
          trentasette, “quattordici dei quali usati dalla fondazione”. Un ente si
          occupa dei servizi dell’ospedale, l’ufficio Offerte e lasciti, un

          periodico, una casa per anziani, e pure un’azienda agricola a Castel
          del Piano, vicino Perugia, senza dimenticare la residenza spirituale
          Santa Chiara. Tra vendita dei prodotti agricoli e gli affitti, le entrate
          nel 2013 hanno superato i 5,7 milioni di euro, ma il valore sul
          mercato degli immobili – secondo Deloitte – è arrivato a 80 milioni.

          Non male davvero, anche perché secondo la Cosea sarebbe
          sottostimato, e il suo patrimonio varrebbe non meno di 190 milioni
          di euro. Le cose potrebbero andare ancor meglio se l’ospedale

          riuscisse a vincere il contenzioso portato avanti dal 2004 contro la
          Regione Puglia. Secondo i responsabili del nosocomio, infatti,
          mancano nelle casse dell’ospedale ben 148 milioni di euro di
          rimborsi pubblici dovuti ma mai avuti. Una posta, però che non è
          stata messa in bilancio “perché il risultato del contenzioso non è

          prevedibile”.
             Leggendo la due diligence si nota subito che i semafori con cui
          vengono segnalate eventuali criticità sono accesi tutti sul verde.
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