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commenta la Pontificia commissione referente. “Tuttavia per
comprendere i rischi reputazionali che potrebbero derivare da
questa interpretazione del trattato, occorre una analisi più
approfondita della posizione fiscale, inclusa Iva e imposta sugli
immobili, relativa alle attività commerciali sempre più diversificate
svolte dal Bambin Gesù e dai suoi dipendenti al di fuori del territorio
vaticano.”
I revisori americani suggeriscono di aggiornare lo statuto del
1924 con urgenza, e di definire chiaramente “i ruoli, le
responsabilità e i poteri del cda e del presidente (che ha pieno
controllo sulle operazioni ordinarie e straordinarie, tutte le iniziative
proposte da lui vengono approvate indipendentemente da quello
che ne pensano gli altri membri del board) con una netta
separazione dai doveri e soglie di autorizzazione”. Forse gli ispettori
attaccano affinché in futuro si evitino gli sprechi e si analizzino a
dovere progetti “come quello in Sardegna e un altro in Brasile”, altri
due casi esaminati con dovizia di particolari dagli americani.
Il primo progetto messo sotto la lente dagli esperti contabili della
PwC riguarda l’ipotesi di acquisto dell’ospedale San Raffaele di
Olbia, un tempo propaggine dell’impero di don Verzé. Profiti cercò
di sbarcare sull’isola, attraverso un accordo commerciale tra il
Bambin Gesù, che avrebbe avuto il 25 per cento della società che
doveva rilevare la clinica sarda, il gruppo Malacalza (25 per cento) e
la Qatar Foundation, che sarebbe dovuta entrare con il 50 per cento
delle quote. L’affare com’era stato inizialmente delineato non è mai
andato in porto, e il nosocomio del Gianicolo è uscito di scena,
sostituito, come vedremo, da un altro ospedale vicino al Vaticano.
Non prima, però, di aver bruciato centinaia di migliaia di euro in
consulenze: “Il Bambin Gesù ha fatto un accordo con due società di
consulenza (il Tmf Group e lo studio legale Norton Rose) per essere
assistito nella transazione, per un onorario di 725 mila euro,” si
legge nella due diligence. Somma a cui bisogna aggiungere gli 89
mila euro segnati nel contratto con Bain & Co. per la realizzazione
di un business plan e i 130 mila euro girati alla società di consulenza
Eam Advisory, con sede a Dubai. “Il management [cioè Profiti e i
suoi uomini] ci ha informato che nel 2013 i costi totali pagati
dall’ospedale per questo progetto ammontano a 641 mila euro, di
cui 465 mila devono essere rimborsati dai partner della joint