Page 130 - Avarizia
P. 130

supplementari nel 2012, circa 12,5 nel 2013, tornati 30 nel 2014. Lo

          Stato, infine, gira altri 6 milioni annui destinati alla ricerca. Non
          tutto il gruzzolo dei contribuenti, però, sembra essere stato speso
          per le attività di gestione dell’ospedale vaticano: tra cash, azioni e

          titoli di Stato il Bambin Gesù controlla oggi infatti un patrimonio
          finanziario di circa 427 milioni di euro, dato aggiornato alla fine del
          2013. Una montagna di denaro quasi raddoppiata in poco più di due
          lustri: nel 2001 l’ospedale gestiva ricchezze per “appena” 253
          milioni. Il tesoro è amministrato dallo Ior e dall’Apsa ed è investito,

          come abbiamo visto, in azioni, obbligazioni, oltre che in titoli di Stato
          della Repubblica italiana.
             Gli stessi revisori di PricewaterhouseCoopers si dicono molto

          preoccupati della distanza tra la missione originale del Bambin
          Gesù, nato per curare i bambini poveri di Roma e della provincia, e
          l’attuale impero che possiede cinque sedi nel Lazio e vanta
          collaborazioni con altre cliniche in tutta Italia, attività internazionali
          in diciassette stati, e che controlla finanche due società commerciali.

          Si tratta della Clinical & Research Services srl e della Xellbiogene
          srl, quest’ultima un’impresa biotech gestita insieme all’Università
          Cattolica e specializzata nella ricerca genetica con la quale si

          sperava di fatturare fino a 9,5 milioni l’anno entro il 2020. Nata nel
          2013 la Xellbiogene è stata messa in liquidazione nell’aprile 2015
          dai nuovi vertici che hanno preso il posto di Profiti.
             Le società commerciali possono creare problemi rispetto alla
          mission e allo status dell’ospedale: sebbene operi di fatto in Italia e

          sia finanziato dai contribuenti italiani, il Bambin Gesù non paga le
          tasse, non paga l’Imu, i suoi dipendenti non pagano l’Irpef. Privilegi
          giustificati, secondo lo Stato cattolico, dagli articoli 16 e 17 dei Patti

          lateranensi. In pratica l’extraterritorialità del nosocomio permette
          di non pagare alcun tributo. Una posizione criticata dagli stessi
          revisori della multinazionale a stelle e strisce, e sintetizzata così dai
          commissari della Cosea in un paragrafo di nota riservata intitolato
          Interpretazione molto ampia dei benefici dei Trattati lateranensi. “Il

          management dell’ospedale Bambin Gesù ritiene che, in
          considerazione della sua entità extraterritoriale, qualsiasi attività
          svolta dall’ospedale e dai suoi dipendenti, indipendentemente dalla

          sua natura o dal suo luogo, goda dei benefici dei Trattati lateranensi
          e di conseguenza non è soggetta al sistema tributario italiano,”
   125   126   127   128   129   130   131   132   133   134   135