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Gemelli e fardelli
Il sogno di Bertone prevedeva che anche l’ospedale Gemelli di
Roma divenisse elemento centrale del polo sanitario della Santa
Sede. Se il policlinico è infatti storicamente legato al Vaticano, la
proprietà è in pancia all’Università Cattolica di Milano, a sua volta
controllata da un ente semisconosciuto al grande pubblico, l’Istituto
Toniolo. Fondato a Milano nel 1919, eretto “ente morale” con un
regio decreto l’anno successivo, l’organizzazione meneghina nacque
per volontà di Giuseppe Toniolo, economista e sociologo che nel
corso dell’Ottocento aveva curato studi celebri sul rapporto tra
cattolici e democrazia, oltre al lancio della “Rivista internazionale di
scienze sociali e discipline ausiliarie”. Un futuro beato (la
canonizzazione è del 2012) che sul capezzale di morte chiese al
francescano Agostino Gemelli, suo collaboratore e intimo amico, di
realizzare il sogno di tutta una vita: la costruzione della prima
università cattolica italiana. Padre Gemelli, laureato in Medicina e
specializzato in psicologia, fervente socialista prima di scegliere la
tonaca nel 1903, riuscì a mantenere la promessa appena due anni
dopo, fondando l’istituto dedicato all’amico scomparso e, nel 1920,
posando la prima pietra dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano.
Il Gemelli fu invece inaugurato nel 1964, a Roma, alle pendici di
Monte Mario. Su un terreno di oltre trenta ettari che papa Pio XI
aveva regalato nel 1934 proprio al nuovo istituto per realizzare il
primo ospedale vaticano. In mezzo secolo di vita, il nosocomio ne ha
fatta parecchia, di strada. Ampliandosi a dismisura e diventando uno
dei migliori ospedali d’Italia, celebre in tutto il mondo perché
prediletto da ogni pontefice, fonte di interessi economici e di potere
e, conseguentemente, di scontri per la sua gestione. Per conquistare
il Gemelli, però, bisogna arrivare in cima, alla cassaforte che lo
controlla: il Toniolo, partito quasi cent’anni fa con un capitale di 200
mila lire (“corrispondenti,” si legge senza ironia nel nuovo statuto
finora mai pubblicato, “a euro 103,29”), oggi è un impero che vale
centinaia di milioni di euro in immobili e patrimonio finanziario, e
che fattura (indirettamente) oltre un miliardo di euro l’anno.
Non è un caso che nel 2011 Tarcisio Bertone e Giuseppe Profiti
tentino l’assalto alla fondazione. Una manovra che i due sanno
essere complessa, visto che il Toniolo ha una posizione giuridica