Page 126 - Avarizia
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che amministra lasciti immobiliari e presieduta per statuto

          dall’arcivescovo di Genova, incarico occupato dallo stesso Bertone
          dal 2002 al 2006.
             Ma è davvero possibile che i soldi della fondazione Bambin Gesù

          siano stati usati per ristrutturare il nuovo appartamento del
          cardinale? L’ex segretario di Stato non smentisce e non conferma.
          “Gentile dottor Fittipaldi, alle sue domande,” precisa in una email
          Bertone, “rispondo che, prescindendo dal fatto che l’appartamento
          di mia residenza è di proprietà del governatorato dello Stato della

          Città del Vaticano, il sottoscritto ha versato al medesimo
          governatorato la somma richiesta come mio contributo ai lavori di
          ristrutturazione. Non ho nulla a che vedere con altre vicende.”

             Profiti, fino al 2015 presidente sia del Bambin Gesù che del
          consiglio direttivo dell’omonima fondazione (composto al tempo
          anche dal banchiere Cesare Geronzi, dal Gentiluomo di Sua Santità
          Emilio Acerna e dal cavalier Piero Melazzini), conferma invece la
          spesa autorizzata a favore dell’appartamento di Bertone, già finito

          nella bufera per la sua ampia metratura. La parcella, spiega Profiti,
          sarebbe stata giustificata dal fatto che la casa del cardinale sarebbe
          stata poi messa a disposizione della fondazione stessa, per

          organizzare eventuali incontri con aziende e altri soggetti, in modo
          da raccogliere offerte per l’ospedale. “L’idea di fondo era quella di
          promuovere incontri con aziende, personaggi, diciamo così,
          istituzionali. Ai quale illustrare le attività del Bambin Gesù, fare
          comunicazione e quindi fundraising. È vero: con i soldi stanziati da

          noi è stata ristrutturata una parte della casa del cardinal Bertone.
          Cercando di ottenere in cambio la disponibilità di potere mettere a
          disposizione l’appartamento.” Una scelta, quella del board della

          fondazione, quantomeno discutibile. Profiti ammette di aver ricevuto
          le fatture dalla ditta di Bandera, e aggiunge pure di ricordare
          l’esistenza di “una lettera con la quale la stessa società si impegnava
          a fare una donazione al Bambin Gesù per un importo
          corrispondente. Credo ci sia, questa lettera. Che seguito abbia avuto

          non lo so, perché poi sono andato via...”.
             Al di là dell’esistenza (o meno) della lettera d’intenti, a domanda
          secca, ossia se il cardinale Bertone sapesse o meno che era stata la

          fondazione Bambin Gesù a pagargli parte della ristrutturazione
          della sua casa, Profiti risponde così: “Confesso che questo non lo
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