Page 124 - Avarizia
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Secondo quanto emerso dai processi (alcuni dei quali ancora in
corso) il prete e alcuni amministratori di sua fiducia avrebbero
rubato e dissipato una cinquantina di milioni in fondi neri, jet privati
(il fondatore del San Raffaele non amava perdere tempo al check-in
come i comuni mortali), investimenti immobiliari sballati, fazende
brasiliane, ville con piscina e spese di gestione dissennate, tra cui
quella per l’enorme voliera piena di pappagallini che arredava gli
uffici di don Verzé, il prete amico di Silvio Berlusconi che amava
vestirsi in grisaglia morto l’ultimo giorno del 2011.
Prima che l’ospedale fosse acquistato dal gruppo San Donato
dell’imprenditore Giuseppe Rotelli per 405 milioni di euro, anche il
Vaticano aveva provato a entrare a piedi uniti nella partita. Il
salvataggio sarebbe dovuto essere il primo tassello di un’operazione
più ardita, che comprendeva la nascita dell’enorme polo sanitario
cattolico. L’operazione targata Bertone-Profiti alla fine saltò, anche
perché considerata impraticabile dal punto di vista finanziario
dall’allora presidente dello Ior Gotti Tedeschi.
Ma le guerre per mettere le mani sugli ospedali del papa (anche il
Gemelli, di proprietà di una fondazione milanese, è legatissimo per
statuto alla curia romana) non hanno mai visto un vero armistizio
nemmeno con l’arrivo di Francesco: gli interessi economici sono
enormi, gli affari in ballo ragguardevoli, e gli scandali da raccontare
grazie alle carte dei revisori mandati dal Vaticano al Bambin Gesù e
alla Casa sollievo della sofferenza inaugurata da Padre Pio davvero
esplosivi.