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Lavori a casa Bertone


             Partiamo dal Bambin Gesù. O meglio da una fondazione
          controllata, nata nel 2008 per raccogliere denaro per i piccoli

          pazienti. Gli investigatori della società di revisione
          PricewaterhouseCoopers (PwC) nella bozza del rapporto
          consegnata al Vaticano il 21 marzo 2014 dedicano alla onlus italiana

          con sede in Vaticano alcuni passaggi della loro due diligence,
          segnalando con il “semaforo rosso” la necessità di interventi
          immediati per stranezze contabili e organizzative. E per spese
          quantomeno particolari.
             Nel focus si evidenziano, per esempio, i compensi (in tutto 145

          mila euro l’anno) del segretario generale e del tesoriere, al tempo
          rispettivamente Marco Simeon, uomo vicinissimo a Bertone ed ex
          capo delle relazioni istituzionali della Rai, e Massimo Spina. E

          soprattutto l’affitto di un elicottero, nel febbraio 2012, per la
          bellezza di 23 mila e 800 euro. Pagati sull’unghia dalla fondazione
          Bambin Gesù “a una società di charter per trasportare monsignor
          Bertone dal Vaticano alla Basilicata per alcune attività di marketing
          svolte per conto dell’ospedale”. In realtà il 24 febbraio 2012 si

          inaugurava al Sud un reparto pediatrico del Bambin Gesù
          all’interno dell’ospedale pubblico San Carlo di Potenza: invece di
          risparmiare denaro destinato alla ricerca medica e ai bambini malati

          viaggiando in auto (il Vaticano ne ha tante, come abbiamo visto) o in
          treno, Profiti decide di far volare il cardinale a carissimo prezzo.
          “Strutture come queste sono importanti, perché limitano le
          sofferenze dei più piccoli e dei genitori che devono spostarsi da ogni
          luogo d’Italia,” spiegò quel giorno l’eminenza alla folla plaudente,

          prima di rinfilarsi sull’elicottero e tornare in Vaticano.
             Ma c’è un’altra spesa della fondazione non pubblicata sul rapporto
          PwC che rischia di imbarazzare il papa e il Vaticano. Quella che

          riguarda il pagamento dei lavori della nuova casa di Bertone a
          palazzo San Carlo. Proprio così. La fondazione, definita da PwC
          come “un veicolo per la raccolta di fondi volti a sostenere
          l’assistenza, la ricerca e le attività umanitarie del Bambin Gesù” ha
          saldato le fatture dei lavori per un totale di circa 200 mila euro,

          pagati all’azienda Castelli Real Estate dell’imprenditore Gianantonio
          Bandera. Un amico personale del cardinale e pure ex membro del
          Magistrato di Misericordia, un’opera pia fondata nel Quattrocento
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