Page 146 - Avarizia
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intercettazioni (e decine di documenti interni) rivelano non solo
l’iter dell’operazione, ma anche le lotte intestine tra i cardinali per
la gestione dell’affare. Nel 2013 Versaldi aveva strappato all’ex
presidente dello Ior Ernst von Freyberg la promessa di un prestito
da 50 milioni, un “pagherò” che si era formalizzato con un decreto
ufficiale. Arrivato papa Francesco e rinnovata la governance della
banca, però, la musica cambia: il nuovo presidente de Franssu, forse
consigliato dal cardinale Pell e da Zahra, decide che i soldi promessi
dal suo predecessore non devono più uscire dalle casse della banca.
Spedisce persino una lettera a Versaldi, in cui mette nero su bianco
che a suo parere i 50 milioni “non sarebbero spesi secondo la
prudenza del buon padre di famiglia”. Leggendo la missiva a
Versaldi viene quasi un infarto. Non solo per l’offesa personale, ma
perché l’Idi rischia di andare definitivamente perduto, a favore di
qualche gruppo privato. Una bestemmia.
È in questo contesto che va inserita un’intercettazione tra
Versaldi e Profiti, una telefonata del 26 febbraio 2014 registrata dai
magistrati di Trani che stanno indagando sul buco di un altro
ospedale cattolico, quello della Casa della divina provvidenza di
Bisceglie. I due stanno cercando a ogni costo il denaro che serve a
conquistare l’Idi che i nuovi padroni dello Ior non vogliono più
sganciare, e ipotizzano di “girare” 30 milioni che lo Stato aveva
stanziato espressamente per il Bambin Gesù con la legge di
Stabilità. Un’operazione che al papa, però, va “taciuta”.
Giuseppe Profiti: “Pronto! Ciao don Giuseppe!” .
Cardinale Versaldi: “Ciao. Senti. Ci riceve stasera alle diciannove
il papa”.
Profiti: “Ma chi ci?”.
Versaldi: “Il papa”.
Profiti: “Aaah! O mio Dio!”.
Versaldi: “Tu puoi?”.
Profiti: “Io certo! E ci mancherebbe!”.
Versaldi: “Bene. Ci troviamo... sì”.
Profiti: “Eh! Cosa devo...”.
Versaldi: “Passi...”.
Profiti: “...dire? Fare? Portare?”.
Versaldi: “No. Ma poi introduco io come delegato. E poi tu dici le