Page 112 - Avarizia
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sconsigliano di richiamarlo nei sacri palazzi romani. Troppe, hanno
spiegato al papa, le incongruenze nelle sue vecchie denunce,
archiviate da una commissione speciale come false o indimostrabili.
Inquietante, soprattutto, la clamorosa smentita del fratello di
Viganò, Lorenzo, il gesuita disabile di cui il cardinale diceva di
doversi occupare. “Mio fratello ha scritto il falso al papa,” ha infatti
spiegato l’anziano biblista in un’intervista sul “Corriere della Sera”
nel marzo 2013, dove sottolineava di risiedere da decenni a Chicago
e di aver interrotto ogni rapporto con il parente nel lontano 2009.
“È vero, nel 1996 ho subìto un ictus, ma a distanza di poco tempo
sono tornato indipendente. È un fatto certo che Carlo Maria non
solo non si occupava di me ‘personalmente’, ma i nostri rapporti si
erano già interrotti da tempo”. A causa di litigi per l’eredità, sfociati
in denunce penali e civili incrociate. “Dopo la morte di mio fratello
Giorgio, che amministrava correttamente il patrimonio dei Viganò,
ho scoperto che Carlo Maria aveva ceduto delle proprietà comuni e
mi aveva lasciato le briciole. Gli spiccioli,” ha chiosato don Lorenzo
in un secondo colloquio al “Giornale”. “Mio fratello mi ha derubato
di diversi milioni di euro. Sfruttando una mia vecchia procura
notarile ha fatto il bello e il cattivo tempo”. Se il monsignore ha
denunciato la sorella preferita di Lorenzo, Rosanna, per
circonvenzione di incapace (un’accusa subito archiviata), Lorenzo lo
ha controdenunciato per estorsione e appropriazione indebita
(anche questa archiviata) e ha intentato una causa civile presso il
tribunale di Milano, tuttora in corso. “Trovo gravissimo che Carlo
Maria abbia scritto il falso al papa, strumentalizzandomi per fini
personali: io non sono mai stato a Roma con lui, salvo che per tre
mesi nel 1998.” Il nunzio finora non ha mai replicato alle
ricostruzioni del fratello. Né all’inchiesta che il vaticanista Ingrao ha
pubblicato su “Panorama” nel marzo del 2014, dove venivano
evidenziati nuovi e profondi dissidi tra Carlo Maria e la sorella
Rosanna, sempre per questioni di vil denaro.
“Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora
ridete, perché sarete afflitti e piangerete,” dice Gesù nel Vangelo di
Luca. I soldi, per i Viganò, sembrano essere davvero una
maledizione. Discendenti di una ricchissima famiglia di Varese che
faceva affari con l’acciaio, gli otto fratelli decidono di far gestire il