Page 110 - Avarizia
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gestito da Nunzio e intitolato “Fondo Anziani”. Anche gli acquisti

          delle case sono considerati dall’accusa operazioni per lavare soldi
          sporchi.
             Don 500 euro ora ha perso tutto. La sua trionfale scalata sociale è

          finita, e oggi, a sessantun anni, si ritrova alla base della piramide. I
          vecchi amici salernitani fanno finta di non conoscerlo (“Ho rotto con
          lui nel 2004, si fingeva mio nipote,” ha detto l’arcivescovo Moretti), i
          conti allo Ior (dove Nunzio conosceva bene sia il direttore Cipriani
          sia il suo vice Tulli) sono stati congelati, l’Apsa lo ha sospeso

          dall’incarico. I nobili romani e i potenti che l’hanno aiutato e adulato
          gli hanno voltato le spalle. “Non ho mai riciclato denaro sporco, non
          ho mai rubato, ho cercato di aiutare chi chiedeva aiuto,” ha spiegato

          al papa in una lettera dal carcere, in cui raccontava che i suoi
          risparmi allo Ior sarebbero serviti “a costruire un centro per malati
          terminali”. Bergoglio non gli crede, e – a quanto sappiamo – non gli
          ha mai risposto. Intanto, i giudici della Seconda sezione penale del
          tribunale ad aprile 2015 gli hanno revocato i domiciliari,

          accogliendo la richiesta avanzata dalla difesa. L’unico obbligo che
          monsignor Scarano dovrà rispettare, in attesa dell’esito del
          processo, sarà quello di dimora nella sua Salerno.
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