Page 106 - Avarizia
P. 106
da “spiccate attitudini criminali”, uno “capace di gestire uomini,
istituzioni e cose asservendoli al proprio tornaconto personale”.
Ma come ha fatto un soggetto così, imputato (in attesa di giudizio,
quindi innocente fino a prova contraria) per riciclaggio, corruzione,
calunnia e truffa, a far carriera in Vaticano? Quand’è che Nunzio è
diventato “Don 500 euro”, saltando dall’acquisto di mobili di lusso,
Mercedes e case da sogno alla nomina di cappellano di Sua Santità
e contabile nell’Apsa, e arrivando a pochi passi dalla nomina di
arcivescovo? Partiamo dal principio. Chi conosce Scarano da
quand’era piccolo lo descrive come un ragazzo dalla natura
ambiziosa ma dal carattere assai fragile. Nunzio nasce a Salerno nel
1952. La famiglia d’origine è umile e assai numerosa, e il ragazzo
capisce presto che le case popolari non fanno per lui. “Così si
diploma, prende una laurea, diventa assistente universitario e poi
trova lavoro come impiegato alla Banca d’America e d’Italia,”
racconta il suo avvocato Silverio Sica.
A Scarano però quel lavoro dignitoso e ben pagato non basta.
Vuole salire tutte le scale della piramide sociale. Vuole arrivare in
cima e non fermarsi nel mezzo. Grazie ai rapporti eccellenti con una
delle famiglie più ricche e potenti della città, quella degli armatori
D’Amico, inizia così a frequentare il jet-set. Commercialisti,
imprenditori, notai e avvocati di Salerno sono tutti amici suoi;
frequenta i salotti migliori, i party più esclusivi. “Con i D’Amico io
sono cresciuto fin dalla prima giovinezza,” ha scritto Scarano in una
lettera al papa in cui cercava di giustificare le sue azioni. A Salerno
raccontano che sia stato proprio Antonio, fondatore della società di
navigazione, a stringere rapporti con Nunzio quando quest’ultimo
era appena adolescente. Scarano a trent’anni comincia ad avere
buoni contatti anche con pezzi da novanta della curia salernitana, in
primis con Renato Raffaele Martino, al tempo cardinale a capo del
Pontificio consiglio della giustizia e della pace, oggi cardinale
protodiacono di Santa Romana Chiesa e membro della fondazione
Giovanni Paolo II. I due saranno per anni legatissimi.
Sarà per via dell’influenza di Martino o per una vocazione
spontanea, Scarano, a trentacinque anni suonati, decide
improvvisamente di cambiare vita, di lasciare il posto in banca e
indossare la tunica. A metà degli anni ottanta si trasferisce a Roma
per prendere i voti, e viene catturato dalla grande bellezza della