Page 107 - Avarizia
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Capitale. Dopo essere stato ordinato, Nunzio viene spedito a Eboli,

          nel difficile quartiere di Santa Cecilia. Le omelie e le benedizioni in
          provincia, però, dopo un po’ cominciano a stargli strette: se Cristo si
          è fermato a Eboli, Scarano vuole tornare a Roma. Al più presto

          possibile. Sotto il cupolone ha seguito lezioni di teologia, ha
          conosciuto membri dell’aristocrazia papalina, ha vissuto nei
          maestosi palazzi vaticani. La dolce vita gli manca. Chiede così al
          vescovo Martino di dargli una mano e, grazie alle entrature
          dell’amico che da sempre apprezza le sue qualità di contabile, nel

          1992 viene assunto all’Apsa. Scarano entra come addetto tecnico di
          prima categoria. Lo stipendio, seppur esentasse, non è granché:
          circa 2 mila euro al mese.

             Da allora la cavalcata diventa impetuosa, e il senso degli affari
          sempre più spiccato. L’elenco dei beni sequestrati dalla Guardia di
          finanza durante l’inchiesta sul presunto riciclaggio è
          impressionante: 2,2 milioni di euro depositati a nome del prete su
          un conto allo Ior diviso in dieci sottoconti, altri 938 mila euro

          conservati su due conti dell’agenzia Unicredit vicino a piazza San
          Pietro, più un patrimonio immobiliare da mille e una notte. Era il
          lontano 1999 quando il monsignore nato nelle case popolari decide

          che è arrivato il momento di comprarsi un appartamento in centro a
          Salerno, accanto a quelli della ricca borghesia che frequenta a
          cocktail e cene. Sceglie così un alloggio a dieci metri dal duomo, un
          palazzetto di due piani e dieci stanze con soffitti alti cinque metri, di
          proprietà di un istituto vaticano, quello delle Suore piccole operaie

          dei sacri cuori. Scarano fa un affare d’oro: l’appartamento a via
          Romualdo II Guarna è “di importante interesse storico artistico”
          (tanto che il ministero dei Beni culturali aveva diritto di prelazione

          all’acquisto) e se lo porta via a soli 300 milioni di vecchie lire, 150
          mila euro circa.
             Il sacerdote, più che per i sermoni, sembra aver fede nel mattone.
          Nel luglio del 2006 spende altri 325 mila euro per una casa più
          piccola, sei mesi dopo prende un box auto in via Sant’Eremita,

          mentre nel 2010 investe 1,2 milioni di euro per allargare la sua
          abitazione, che arriva a raggiungere circa ottocento metri quadrati.
          Scarano non è ancora soddisfatto, e decide di investire in tre società

          immobiliari, business in cui si lancia insieme a parenti e cugini:
          l’obiettivo è quello di vendere e comprare dodici villette a Paestum,
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