Page 117 - Avarizia
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Come vede, ci sono degli interessi privati enormi in ballo, non

          capisco perché la giustizia italiana non voglia vedere l’evidenza. Su
          di me e sui miei rapporti con i miei fratelli Lorenzo e Rosanna in
          questi anni sono state pubblicate tante notizie frutto di attacchi di

          parte, a cui ho sempre preferito non rispondere, perché nonostante
          tutto sento per loro grande affetto e considero che solo in parte
          sono responsabili delle loro azioni e dichiarazioni.”
             Nonostante abbia pagato la sorella per chiudere la contesa,
          Viganò si dice innocente anche sulla vicenda della casa in Svizzera,

          definita “assurda”. Spiega che lui e Lorenzo a San Bernardino erano
          proprietari di un appartamento a testa, e che “il mio l’ho lasciato in
          uso a mia sorella per anni. Quella casa era solo mia, di suo c’erano

          solo i mobili di cui è stata ampiamente compensata. Ho accettato la
          transazione, in primis, per pacificare almeno un fronte, e poi perché
          i soldi della transazione andavano in beneficenza a un ospedale in
          Tanzania che io avevo visitato, dove opera come missionaria laica
          una mia nipote. Purtroppo mia sorella non ha rispettato la parola

          data davanti al giudice svizzero e a transazione avvenuta ha
          continuato a calunniarmi mezzo stampa. Io monsignore e spallone?
          A quei tempi ero in Iraq! Si immagini se avevo tempo e modo di fare

          queste operazioni in Svizzera. Sono accuse gratuite e infamanti,
          costruite per denigrare la mia persona”.
             I 3,8 milioni sul suo conto trasferiti dal Credito Valtellinese allo
          Ior, infine, sostiene siano andati in beneficenza. Al telefono il
          monsignore dice di averli girati per la costruzione di un monastero

          in Burundi, senza specificare la cifra donata. Dopo qualche giorno,
          però, in un’altra email precisa che con le sue regalie sarebbero
          state realizzate molte altre opere. “Mio fratello Lorenzo e io

          volevamo che i beni che avevamo in comune fossero destinati per
          opere di religione e di carità. Di fatto così è avvenuto. È per questo
          che la somma fu trasferita allo Ior. Quei denari sono serviti per la
          costruzione di un monastero in Burundi per le suore carmelitane,
          nella città di Gitega; per il seminario Saint Charles Borromeo nella

          diocesi di Kafanchan nel Nord della Nigeria, per un noviziato in
          Vietnam per le Travailleuses missionnaires de l’Immaculée. Per
          ognuna di queste opere, può chiedere ai responsabili se è vero o no

          che ho fatto beneficenza.”
             Se in effetti un sacerdote ci conferma che Viganò ha speso per la
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