Page 95 - A spasso con Bob
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difendere.

             Arrivato in sede spiegai la situazione e mi fu detto di attendere.
             Bob  e  io  rimanemmo  seduti  per  ben  venti  minuti  prima  che  si  presentasse
          qualcuno. Poi un giovanotto e una signora più anziana mi condussero in un ufficio

          piuttosto anonimo e mi chiesero di chiudere la porta. Trattenni il respiro, pronto al
          peggio.
             Mi dettero una bella lavata di testa, mi accusarono di non aver rispettato alcune
          delle regole fondamentali del codice di comportamento.
             «Abbiamo ricevuto una serie di reclami nei suoi confronti. L’hanno vista vendere i

          giornali  lontano  dal  posto  a  lei  assegnato  e  anche  chiedere  l’elemosina»,  mi
          riferirono. Sapevo da chi provenivano le accuse, ma decisi di non fare i nomi perché
          non volevo scatenare una guerra tra poveri. I venditori devono andare d’accordo e se

          avessi  fatto  la  spia  denunciando  altri  colleghi  che  si  erano  comportati  in  maniera
          scorretta,  non  avrei  ottenuto  alcun  risultato.  Decisi  invece  di  spiegare  quanto  era
          difficile camminare con Bob per Covent Garden senza che qualcuno ci fermasse o
          offrisse del denaro per comprare qualche copia del giornale.
             Per essere più preciso, feci anche un paio di esempi. Raccontai loro di come un

          volta, fuori da un pub, un capannello di persone mi avesse fermato per ammirare
          Bob, offrendomi poi cinque sterline in cambio di tre copie di Big Issue con la scusa
          che quella settimana c’era un’intervista interessante a un’attrice. «Non si tratta di un

          fatto  isolato»,  spiegai.  «E  come  dovrei  comportarmi  secondo  voi?  Perché  non  è
          gentile da parte mia rifiutarmi di vendere il giornale, giusto?»
             I responsabili ascoltarono con attenzione la mia versione annuendo spesso. Alla
          fine  la  donna  mi  disse:  «Abbiamo  parlato  con  qualche  altro  venditore  che  ha
          confermato come Bob sia un’attrazione nella zona», e nella voce di lei avvertivo un

          tono  conciliante,  poi  però,  intervenne  il  collega  e  mi  comunicò  la  cattiva  notizia.
          «Dobbiamo procedere nei suoi confronti con un richiamo verbale.»
             «Capisco.  Mi  scusi,  ma  cos’è  un  richiamo  verbale?»  domandai  sinceramente

          sorpreso.
             Mi  spiegarono  che  si  trattava  di  una  sanzione  disciplinare  che  non  mi  avrebbe
          però  impedito  di  lavorare.  Ovviamente  se  continuavo  a  persistere  in  quel
          comportamento scorretto, la punizione sarebbe stata più grave.
             Che  stupido  ero  stato!  Avevo  temuto  il  peggio,  senza  capire  che  non  sarebbe

          accaduto nulla di così terribile.
             Quando mi presentai da Sam in Covent Garden ero un po’ imbarazzato per tutta la
          situazione che si era venuta a creare.

             «Non ero così sicura di rivedervi», ci disse con una bella voce allegra. «Avete
          chiarito?»
             Spiegai alla coordinatrice che cosa era accaduto e poi le mostrai il foglio che mi
          avevano consegnato alla fine dell’incontro.
             «Bene,  da  quanto  leggo  nel  verbale,  ti  hanno  concesso  un  ulteriore  periodo  di
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