Page 91 - A spasso con Bob
P. 91

lo avevo anche indicato suggerendo così ai clienti di ignorarlo.

             Avevo  intuito  che  poteva  sorgere  un  simile  equivoco  e  perciò  avevo  raggiunto
          Geoff per spiegargli la situazione. Ma ormai era troppo tardi. Aveva cominciato a
          gridare, insultandoci. Sapevo che era un tipo collerico e anche che ogni tanto alzava

          le mani, quindi avevo deciso di andarmene e di lasciarlo sfogare.
             Ovviamente  l’incidente  non  si  era  chiuso  lì  e  presto  era  diventato  un
          bell’argomento  di  discussione  tra  i  venditori.  Fu  da  quel  giorno  che  cominciò  a
          montare  la  campagna  diffamatoria  nei  miei  confronti.  Iniziarono  a  rivolgermi
          battutine subdole e maliziose.

             «Ancora da queste parti voi due?» mi aveva detto ironico un collega vedendomi
          arrivare. Almeno era rimasto su un piano civile senza offendermi.
             «Oggi, tu e il tuo miagolone, a chi andate a rubare il lavoro?» mi aveva ringhiato

          contro un altro.
             Anche in quel caso avevo cercato di spiegare che cosa era realmente accaduto, ma
          sembrava di parlare al vento.
             All’inizio non me ne ero preoccupato molto, ma la situazione peggiorava di giorno
          in giorno.

             Più o meno due settimane dopo l’episodio con Geoff, eravamo stati minacciati da
          alcuni colleghi ubriachi. Ovviamente non puoi bere in servizio, è una delle regole
          principali. La verità è che diversi venditori sono alcolizzati e hanno sempre un paio

          di lattine di birra in tasca. Altri nascondono una fiaschetta di liquore o di whisky e si
          concedono un sorsetto ogni tanto.
             Devo  essere  sincero,  è  capitato  anche  a  me,  un  giorno  in  cui  faceva
          particolarmente  freddo.  Ma  per  loro  era  diverso,  avevano  un  problema  serio  con
          l’alcol e spesso a fine giornata erano ubriachi fradici.

             Una volta Bob e io stavamo attraversando la piazza di Covent Garden quando uno
          di questi venditori aveva cominciato a insultarci agitando le braccia.
             «Ehi, voi due, bastardi che non siete altro!» aveva urlato a squarciagola, oltre una

          serie di altri insulti. E purtroppo non si era trattato di un episodio isolato.
             La  prova  decisiva  che  ormai  eravamo  nell’occhio  del  ciclone  era  arrivata  un
          pomeriggio che mi trovavo dalle parti dello stand dei coordinatori. Quel giorno Sam
          non  c’era  e  la  sostituiva  Steve.  Era  sempre  stato  buono  con  Bob,  mentre  aveva
          sempre avuto un atteggiamento scostante nei miei confronti; quel giorno, però, era di

          pessimo umore e se l’era presa con tutti e due.
             Me ne stavo seduto su una panchina e pensavo ai fatti miei quando fui raggiunto da
          Steve. «Se dipendesse da me ti toglierei il lavoro», mi aveva aggredito verbalmente,

          «per  quanto  mi  riguarda  tu  e  il  tuo  gatto  siete  soltanto  dei  mendicanti  e  non  dei
          venditori.»
             Ci ero rimasto male. Avevo faticato tanto per entrare nella «famiglia» di Big Issue
          a  Covent  Garden,  avevo  investito  energie  e  speranze… Ancora  una  volta  mi  ero
          sforzato di spiegare che cosa accadeva in strada quando la gente vedeva Bob, ma
   86   87   88   89   90   91   92   93   94   95   96