Page 89 - A spasso con Bob
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La lista dei cattivi
MI resi subito conto che qualcosa non andava nel momento stesso in cui
arrivammo allo stand dei coordinatori in Covent Garden. Era un lunedì mattina
freddo e umido e un gruppetto di venditori stava battendo i piedi per scaldarsi e
beveva del tè caldo da bicchierini di plastica. Appena ci avvicinammo, un paio di
loro cominciarono a borbottare e a lanciarci strane occhiate come se Bob e io
fossimo ospiti indesiderati.
Sam, impegnata a disporre i giornali sul carrello di distribuzione, mi riconobbe e
mi fece segno con la mano.
«James, devo parlarti», mi chiamò con un tono particolarmente severo.
«Che c’è?» le chiesi avvicinandomi con Bob sulla spalla. Di solito lei lo salutava
sempre con una carezza, ma non quella volta.
«Ho ricevuto un reclamo contro di te. Anzi, a dire il vero, più di uno.»
«Per che cosa?»
«Un paio di colleghi dicono che sconfini. Ti hanno visto dalle parti di Covent
Garden. Sai bene che vendere i giornali fuori dal luogo assegnato è vietato.»
«Non è vero», ribattei, ma non riuscii ad aggiungere altro perché Sam alzò la
mano per zittirmi e poi aggiunse: «Non ha senso discuterne adesso. Devi andare in
sede, ti attendono per un colloquio».
Me lo aspettavo e senza aggiungere una parola mi avviai verso il tavolo con i
pacchi di giornali appena arrivati.
«Mi dispiace, non puoi acquistare copie fino a quando la vicenda non sarà
chiarita.»
«Che cosa? Oggi non posso lavorare?» protestai. «E come mangiamo Bob e io?»
«Questa è la prassi. Sei sospeso fino a data da stabilirsi.»
Ero arrabbiato ma, a dire il vero, non così sorpreso. Da qualche tempo si era
venuta a creare una situazione che non poteva che portare a questo epilogo.
Una delle regole principali del mio lavoro è che non puoi vendere il giornale
all’infuori del posto stabilito. Non ti è permesso smerciarle in un’altra zona ed è
altrettanto vietato gironzolare per le strade e offrirle ai passanti.
Ero d’accordo al cento per cento e non mi sarebbe certo piaciuto che qualche altro
venditore di Big Issue si mettesse a bighellonare nella mia zona sventolando la copia
del giornale. Era un modo giusto e corretto di vigilare sull’esercito di venditori che
affollava Londra.
Tuttavia, negli ultimi tempi due o tre colleghi si erano lamentati con me dicendo
che sconfinavo. Giuravano di avermi visto vendere dei giornali mentre camminavo
con Bob. Non era vero, ma immaginavo il perché di quelle affermazioni.
Con Bob appresso non potevo andare spedito, la gente mi fermava in
continuazione, mi domandava se poteva carezzarlo o scattare una foto. Il problema
era che adesso sempre più persone mi chiedevano anche di compare una copia di