Page 89 - A spasso con Bob
P. 89

15
                                                  La lista dei cattivi
             MI  resi  subito  conto  che  qualcosa  non  andava  nel  momento  stesso  in  cui
          arrivammo  allo  stand  dei  coordinatori  in  Covent  Garden.  Era  un  lunedì  mattina

          freddo  e  umido  e  un  gruppetto  di  venditori  stava  battendo  i  piedi  per  scaldarsi  e
          beveva del tè caldo da bicchierini di plastica. Appena ci avvicinammo, un paio di
          loro  cominciarono  a  borbottare  e  a  lanciarci  strane  occhiate  come  se  Bob  e  io
          fossimo ospiti indesiderati.

             Sam, impegnata a disporre i giornali sul carrello di distribuzione, mi riconobbe e
          mi fece segno con la mano.
             «James, devo parlarti», mi chiamò con un tono particolarmente severo.
             «Che c’è?» le chiesi avvicinandomi con Bob sulla spalla. Di solito lei lo salutava

          sempre con una carezza, ma non quella volta.
             «Ho ricevuto un reclamo contro di te. Anzi, a dire il vero, più di uno.»
             «Per che cosa?»
             «Un  paio  di  colleghi  dicono  che  sconfini.  Ti  hanno  visto  dalle  parti  di  Covent
          Garden. Sai bene che vendere i giornali fuori dal luogo assegnato è vietato.»

             «Non  è  vero»,  ribattei,  ma  non  riuscii  ad  aggiungere  altro  perché  Sam  alzò  la
          mano per zittirmi e poi aggiunse: «Non ha senso discuterne adesso. Devi andare in
          sede, ti attendono per un colloquio».

             Me lo aspettavo e senza aggiungere una parola mi avviai verso il tavolo con i
          pacchi di giornali appena arrivati.
             «Mi  dispiace,  non  puoi  acquistare  copie  fino  a  quando  la  vicenda  non  sarà
          chiarita.»
             «Che cosa? Oggi non posso lavorare?» protestai. «E come mangiamo Bob e io?»

             «Questa è la prassi. Sei sospeso fino a data da stabilirsi.»
             Ero  arrabbiato  ma,  a  dire  il  vero,  non  così  sorpreso.  Da  qualche  tempo  si  era
          venuta a creare una situazione che non poteva che portare a questo epilogo.

             Una  delle  regole  principali  del  mio  lavoro  è  che  non  puoi  vendere  il  giornale
          all’infuori del posto stabilito.  Non ti è permesso smerciarle in un’altra zona ed è
          altrettanto vietato gironzolare per le strade e offrirle ai passanti.
             Ero d’accordo al cento per cento e non mi sarebbe certo piaciuto che qualche altro
          venditore di Big Issue si mettesse a bighellonare nella mia zona sventolando la copia

          del giornale. Era un modo giusto e corretto di vigilare sull’esercito di venditori che
          affollava Londra.
             Tuttavia, negli ultimi tempi due o tre colleghi si erano lamentati con me dicendo

          che sconfinavo. Giuravano di avermi visto vendere dei giornali mentre camminavo
          con Bob. Non era vero, ma immaginavo il perché di quelle affermazioni.
             Con  Bob  appresso  non  potevo  andare  spedito,  la  gente  mi  fermava  in
          continuazione, mi domandava se poteva carezzarlo o scattare una foto. Il problema
          era che adesso sempre più persone mi chiedevano anche di compare una copia di
   84   85   86   87   88   89   90   91   92   93   94