Page 76 - A spasso con Bob
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affrontato il mio lavoro con grande serietà.

             Iniziai a leggere la filosofia che aveva ispirato la pubblicazione del settimanale.


                La vendita al pubblico di Big Issue consente ai senza fissa dimora e ai soggetti che hanno beneficiato di un
                alloggio a titolo assistenziale un guadagno lecito.  Non ci interessa fare l’elemosina perché il nostro unico
                obiettivo è aiutare le persone a diventare indipendenti.
             Era  proprio  quello  che  volevo  sentirmi  dire  e  questa  volta  non  avrei  rifiutato
          quella mano tesa.
             Nel paragrafo successivo c’era scritto che avrei dovuto affrontare un periodo di

          prova e anche accettare una specie di codice deontologico, il che significava che per
          un certo periodo sarei stato «controllato» dagli organizzatori locali. Se superavo la
          prova,  mi  avrebbero  assegnato  una  postazione  fissa  in  una  zona  di  Londra.  Per
          iniziare  avrei  ricevuto  dieci  copie  gratuite  del  giornale,  poi  tutto  il  resto  sarebbe

          dipeso da me.


                   Quando  avrete  venduto  le  prime  dieci  copie  assegnate  a  titolo  gratuito,  ne  potrete  acquistare  altre  al
                costo di una sterlina con la possibilità di rivederle al doppio. Non rimborsiamo le copie rimaste invendute e
                questo perché ogni operatore deve imparare a gestire le proprie vendite e le proprie finanze con la massima
                attenzione. Queste competenze unite a un certo grado di autostima e di sicurezza acquisite con la vendita del
                giornale sono fondamentali per iniziare un processo di reinserimento nella società.
             Queste  erano  in  sintesi  gli  aspetti  economici  del  lavoro.  Ovviamente  c’era
          dell’altro, ma l’avrei scoperto solo più tardi.

             La mattina seguente, quando raggiunsi Covent Garden per vedere Sam, ero ansioso
          di iniziare la prova.
             «Tutto bene?» mi chiese la coordinatrice vedendoci arrivare.

             «Alla perfezione. Ci hanno dato questa», dissi estraendo dalla tasca del giaccone
          il mio badge plastificato.
             «Niente  male»,  commentò  Sam  sorridendo  all’immagine  di  me  e  Bob  insieme,
          «allora, possiamo cominciare subito.»
             Iniziò a contare le mie dieci copie gratuite. «Ecco, queste sono tue.  Sai che le

          prossime dovrai acquistarle, vero?»
             «Sì, è tutto chiaro.»
             Per qualche istante rimase in silenzio, impegnata a controllare dei fogli.

             «Mi sto chiedendo dove potresti svolgere il tuo periodo di prova», mi spiegò ma
          poi, dall’espressione del viso, capii che aveva deciso.
             «Trovato qualcosa?» domandai, abbastanza eccitato.
             «Penso proprio di sì», annuì Sam. Non riuscivo a credere alle parole che mi disse
          successivamente.

             «Bene,  lavorerai  in  James  Street»,  mi  disse  indicandomi  la  stazione  della
          metropolitana di Covent Garden.
             Non potei trattenermi dallo scoppiare a ridere.

             «Tutto okay? Qualche problema?» mi chiese con l’espressione imbarazzata di chi
          non riesce a capire la situazione. «Se vuoi ti cerco un’altra postazione.»
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